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Bankitalia e Consob nel mirino del governo per l’azzeramento dei vertici

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Torna la quiete tra i due vicepremier. A far ritrovare il feeling è la vicenda dei vertici di Bankitalia: “serve discontinuità, non possiamo pensare di confermare le stesse persone che sono state nel direttorio di Bankitalia, se pensiamo a tutto quel che è accaduto in questi anni”, ha detto Luigi Di Maio a Vicenza insieme a Matteo Salvini per l’assemblea degli ex soci delle banche venete. “Banca d’Italia e Consob andrebbero azzerati”, ha aggiunto il leader della Lega.

Nel mirino del governo giallo-verde c’è in particolare la riconferma del vicedirettore Luigi Federico Signorini, il cui mandato scade il prossimo 11 febbraio. Con lui però altre figure di vertice di Palazzo Koch sono vicine alla scadenza. Tra queste Valeria Sannucci, altra vicedirettrice, terminerà il suo mandato a maggio e sempre a maggio scadrà l’incarico per il direttore generale Salvatore Rossi, il ruolo più importante in Banca d’Italia dopo quello del governatore Ignazio Visco.

Di Maio poi ha rivolto anche un nuovo attacca all’Unione europea, accusandola di limitare l’azione del governo: “Ogni volta che affrontiamo i problemi della concorrenza o i risarcimenti ci arrivano queste righe dalla Commissione europea che dicono che dobbiamo preferire delle regole che, guarda caso, favoriscono sempre i più forti. Come abbiamo detto prima con Matteo, ce ne freghiamo altamente. E dico un’altra cosa: ormai mancano tre-quattro mesi, questa Europa è finita, e queste lettere non arriveranno più”. Il ministro ha quindi confermato che sarà Gianluigi Paragone il presidente della nuova Commissione di inchiesta sulle banche.

Su questo capitolo si è espresso anche Salvini: “Venendo qua, leggevo che c’è il governo che sta mettendo le mani su chi governa le banche. Stiamo facendo l’esatto contrario. Se noi siamo qua, se voi siete qua col conto corrente in rosso, è perché chi doveva controllare non ha controllato. Dov’erano questi signori di Bankitalia e di Consob mentre quegli altri mangiavano?”.

Poi sulla tutela del risparmio ha aggiunto: “Sento dire che questa cosa del fondo per i risparmiatori all’Europa non andrebbe bene. Se all’Europa va bene, d’accordo, se all’Europa non va bene, per noi va bene lo stesso». Il fondo di indennizzo ai risparmiatori (Fir) da 1,5 miliardi di euro è stato inserito dal governo nella legge di bilancio.

Ieri era arrivato l’appello di Carmelo Barbagallo per andare avanti con le fusioni e con la dieta delle filiali: “L’attuale dinamica di mercato non lascia più spazi di sviluppo a intermediari con reti fisiche ridondanti, che distruggono valore per gli azionisti; la riduzione della frammentazione andrà attuata anche attraverso una maggiore concentrazione o iniziative aggregative che rendano possibile procedere a robuste e incisive ristrutturazioni, il cui target sia il consolidamento di un modello bilanciato tra la componente analogica e quella digitale”, questo quanto chiesto dal responsabile della vigilanza di Banca d’Italia in un convegno a Napoli .

L’appello è condiviso in toto dalla Bce che punta da mesi a diminuire il numero di banche in cui ancora il sistema europeo è parcellizzato. In un futuro prossimo è dunque prevedibile che il credito nel nostro Paese graviterà attorno a tre pianeti: quello di Intesa Sanpaolo, quello di Unicredit e quello di un terzo polo bancario che potrebbe inglobare quel mondo delle ‘Popolari’ ancora in piedi come il Banco Bpm e Ubi.

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