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Barcellona un anno dopo: la città ricorda le vittime dell’attentato sulla Rambla

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È passato un anno dall’attentato a Barcellona. Era il 17 agosto 2017 quando la città catalana è stata colpita dritta al cuore. L’attacco è avvenuto sulla Rambla, la strada simbolo che attraversa il centro, dove un furgone falciò 16 persone. Si tratta del peggiore attentato nel Paese, rivendicato poi dallo Stato Islamico, dopo quelli di Madrid del 2004.

Oggi la città si è dunque fermata per ricordare le vittime. Migliaia le persone che si sono riversate nella grande piazza nella quale hanno risuonato musiche e letture nelle sette lingue delle vittime: catalano, spagnolo, inglese, francese, portoghese, italiano e tedesco. Luca Russo e Bruno Gulotta i nomi dei due italiani rimasti coinvolti nella tragedia.

Durante la mattinata re Felipe VI, contestato dagli indipendentisti catalani con uno striscione, si è avvicinato ai familiari delle vittime degli attacchi per salutarli uno ad uno. Al suo passaggio, Felipe stato comunque più volte acclamato al grido di ‘viva il re’.

Oltre alla manifestazione in piazza, la rete di autobus e la metropolitana di Barcellona si sono fermate per un minuto a mezzogiorno. In una dichiarazione ufficiale alla vigilia dell’anniversario, la sindaca Ana Colau ha letto i nomi delle vittime. “Un anno fa Barcellona subì uno dei peggiori attacchi nella sua storia – ha poi scritto Colau su Twitter – Ci hanno ferito profondamente ma non ci hanno infettati con il loro odio. Siamo una città di pace, orgogliosi della nostra diversità”.

Terminato l’evento, i presenti hanno lasciato Plaza Catalunya per tornare sulla Rambla per dei tributi spontanei.

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