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Brasile: si aprono le porte del carcere per l’ex presidente Lula

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Il Tribunale supremo federale del Brasile ha respinto oggi la richiesta di “habeas corpus” presentata dall’ex presidente Lula da Silva, che ora può essere incarcerato per scontare la pena a 12 anni che gli è stata inflitta per corruzione e riciclaggio. Come previsto dagli osservatori, la decisione è stata presa con una maggioranza risicata: 6 voti contro 5. Formalmente è stato il parere della presidente del Tribunale, Carmen Lucia, ovvero l’ultima a votare,  a segnare la sconfitta di Lula. In realtà però a segnare il destino dell’ex presidente, è stato il voto negativo di un’altra magistrata, Rosa Weber che ha di fatto dato la direzione alla lunghissima udienza, durata più di dieci ore. I suoi avvocati avranno tempo fino al 10 aprile per fare ricorso.

Alla notizia, migliaia di persone sono scese in piazza divisi tra sostenitori e avversari di Lula. I brasiliani hanno manifestato in 16 dei 27 Stati del Paese.

Nella capitale Brasilia sono stati schierati 4.000 agenti delle forze dell’ordine a difesa anche della Corte suprema che è stata dichiarata ‘off limits’. L’ingente dispositivo di sicurezza, non ha però impedito che simpatizzanti e oppositori di Lula si radunassero numerosi lungo la spianata dei ministeri, nel centro della città, dove hanno sede tutti i palazzi istituzionali, compresi la Presidenza e la Corte suprema.

Manifestazioni si sono svolte, tra l’altro, anche a San Paolo, Belo Horizonte, Porto Alegre, Recife, Fortaleza, Manaus, Salvador de Bahia.

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