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Bufera D&G: cancellati dagli ecommerce cinesi dopo accuse di razzismo e sessismo

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Non si placa la bufera sulla casa di moda italiana Dolce & Gabbana. L’ultimo atto è la cancellazione dei prodotti della maison di moda dalle piattaforme di e-commerce, avvenuta già dalla tarda serata di ieri, secondo jinronghu.com. Il boicottaggio è sui tre colossi del settore cinesi: Tmall, JD.com e Suning, quelli cross-border NetEas e Kaola e Ymatou, e compagnie del luxury e-commerce come Secoo e Vip.com, e Yhd.com. Su Weibo.

Tutto è iniziato quando la società ha postato sulla piattaforma Weibo, il Twitter locale, la serie di tre video promozionali con gli hashtag “DGLovesChina” e “DGTheGreatShow” in cui si vede una giovane donna cinese che mangia i piatti della cucina italiana (pizza, spaghetti e cannolo) con le tradizionali bacchette e una voce maschile fuori campo, di fronte ai suoi tentativi impacciati, dà consigli su cosa e come fare giocando su doppi sensi e altro.

Questo avrebbe scatenato l’ira dell’opinione pubblica che ha accusato la casa di moda di essere razzista e sessista, come ha riportato il magazine finanziario Caixin, che senza mezzi termini ha rimarcato come la maison si sia “procurata dei guai da sola”.

A far partire le critiche alcune scelte degli autori della campagna, come l’aspetto della modella scelta: gli occhi piccoli e un sorriso “naif” hanno rinfocolato l’accusa di un uso stereotipato per comunicare e parlare di e ai cinesi. L’accusa invece di sessismo è legata alla parte del video in cui la modella tenta di mangiare un cannolo e la voce maschile in sottofondo, con tono ironico le chiede: “E’ troppo grande per te?”.

Inoltre, dopo una serie di commenti espressi dai follower su Instagram, Gabbana avrebbe risposto con emoticon ‘marroni’ e frasi offensive. Non è stata sufficiente la retromarcia della casa di moda che ha annunciato un hackeraggio del suo profilo così come di quello di Gabbana: “Siamo desolati – ha scritto D&G su Twitter – abbiamo rispetto per la Cina e il popolo cinese”. Alla fine la celebre casa di moda è stata costretta a cancellare la sfilata prevista a Shanghai. Oggi il ban dai siti di ecommerce.

Nel frattempo tanti celebri personaggi cinesi hanno preso posizioni nette. “La nostra madrepatria è più importante di qualsiasi altra cosa, apprezziamo la forza e la bellezza del nostro patrimonio culturale”, ha detto il management di Wang Junkai, componente della nota boyband TFBoys, annunciando il suo ritiro dall’evento. Sulla stessa linea l’attrice Li Bingbing, l’attore Talu Wang e la Lega della gioventù cinese: “Le aziende straniere che operano in Cina dovrebbero rispettare la Cina e i cinesi”.

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