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Champions League agrodolce: troppo Barça per l’Inter, beffa Napoli a Parigi

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E’ stata una due giorni di Champions League agrodolce: dopo le vittorie di Juventus e Roma nel martedi europeo, arrivano un pareggio e una sconfitta per le italiane impegnate di mercoledi. Al Parco dei Principi di Parigi, sa di beffa il 2-2 tra Paris Saint Germain e Napoli. Forse alla vigilia Carletto Ancelotti avrebbe anche firmato per tornare dalla Francia con un punto. Per come sono andate le cose invece il rammarico è tanto, come la sfortuna. Barcellona-Inter 2-0: gol dell’ex nerazzurro Rafinha e di Jordi Alba

Recupero amaro per il Napoli. Sfuma sul filo di lana il sogno partenopeo di espugnare un tempio del calcio come quello parigino, e peraltro contro una corazzata come il Psg. E’ Di Maria con un capolavoro balistico dei suoi a firmare il pari definitivo, dopo le reti di Insigne e Mertens. Nel mezzo: lo sfortunato autogol di Mario Rui.  Al di là dei grandi meriti del Napoli però va detto che il Paris Saint Germain resta la grande incompiuta della Coppa Campioni, nonostante i miliardi dello sceicco del Quatar. Una sorta di album delle figurine, con le figurine attaccate malissimo e fuori posizione da un altro scienziato della panchina come il sopravvalutato tecnico tedesco Tuchel. Un altro perdente di successo. Fateci caso, gli allenatori più sponsorizzati ed esaltati sono quasi sempre i peggiori del lotto. Napoli comunque a testa altissima con la personalità di una grande d’Europa. Per stendere il Liverpool al San Paolo e spaventare e ridimensionare il Psg, al Parco dei Principi, servono personalità e talento. A volte certi aspetti contano più dei fenomeni da circo comprati a suon di milioni. Su tutti Neymar, pagato 220 milioni. E lo stesso Mbappè, fenomeno di prospetto, ne vale 180? Quando in panchina hai uno come Don Carlo e in campo giocatori di talento, duttili e votati al sacrificio, invece, puoi battere chiunque. Poi sono sempre gli episodi a decidere le partite. A proposito di Ancelotti: a Parigi un altro capolavoro del tecnico di Reggiolo che ha sfiorato il colpaccio cambiando formazione per la 12° volta di fila. Segno che sa sfruttare al meglio tutta la rosa con un turnover che funziona. Quest’anno oltretutto il Napoli ha un’arma in più: Insigne, sempre più “Lorenzo il Magnifico”. Ancelotti lo ha avvicinato alla porta trasformandolo in un’arma letale per gli avversari. Nell’altra gara del girone poker del Liverpool allla Stella Rossa Belgrado con doppietta dell’ex romanista Salah, ancora rimpianto nella Capitale. E adesso: Liverpool 6 punti, Napoli 5, Psg 4, Stella Rossa 1. Insomma, il Napoli nel girone di ferro sa starci bene mostrando di avere tutte le carte in regola per volare agli ottavi. Questo Napoli sembra un po’ la Roma di Di Francesco dell’anno scorso che fu brava a vincere il girone mettendosi alle spalle squadroni del calibro di Chelsea e Atletico Madrid.

Troppo Barça per l’Inter. Al Camp Nou i catalani privi di Leo Messi, hanno la meglio sui nerazzurri in una partita in cui la squadra di Spalletti si è comunque comportata in modo dignitoso. Non ha sfigurato. Sul taccuino, oltre alle due reti: una traversa clamorosa dell’altro ex Coutinho, occasioni blaugrana a raffica sventate da Handanovic e dalla buona sorte. Dall’altra parte invece Icardi non punge. Maurito non concede il bis del derby col Milan. Complessivamente, volendo fare un paragone in stile moda, potremmo scrivere che al momento, templi come quello del Barcellona vanno ancora un po’ grandi all’Inter. Il vestito cade sulle spalle, ha le maniche lunghe: in sintesi, l’Inter deve crescere. Ecco, alla squadra di Spalletti è mancata soprattutto la personalità, la sfacciataggine, la  “cazzimma” per dirla con De Laurentiis, mostrata dal Napoli. Oggi però alla Pinetina va così, fra qualche mese chissà. Del resto, anche l’Inter del “Triplete”, a inizio stagione, prese una sonora scoppola dal Barça, ben peggiore di quella odierna. Per carità, niente a che vedere con gli eroi di Mou, lungi da noi scomodare i monumenti dell’Olimpo interista. Però, volendo trovare alcune note positive, Spalletti torna sì a Milano con zero punti, due gol presi, ma anche con qualche fase della partita in cui ha mostrato di poterlo indossare quel famoso vestito di gala di cui sopra. Mentre, il Barcellona senza Messi, seduto in prima fila in tribun, si fa bastare il sostituto temporaneo Rafinha che l’anno scorso fu l’arma in più nerazzurra per centrare la zona Champions a fine campionato, e la freccia sinistra Jordi Alba. Oltre a un sontuoso e solido Suarez. Finisce 2-2 PSV Eindhoven-Tottenham, un risultato che rende meno amara la caduta dei nerazzurri. Gli “Spurs” di Londra gettano alle ortiche la vittoria e ora: Barcellona 9 punti, Inter 6, PSV e Tottenham 1 punto; anche la compagine di Spalletti è sulla buona strada per gli ottavi.

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