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Charlie Hebdo: il pranzo è servito

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Vi ricordate la mattina del 7 gennaio 2015? Un commando di due uomini armati di kalashnikov fece irruzione nei locali del settimanale satirico francese Charlie Hebdo e uccise 12 persone. Vi ricordate quando da quella mattina in poi diventammo tutti Charlie? Vi ricordate cosa spinse quegli uomini a fare ciò? Ma soprattutto: vi ricordate la definizione di satira?

“La satira (dal latino satura lanx: il vassoio riempito di offerte agli Dei) Composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati vizi o difetti) o dall’ideale etico dello scrittore” (Treccani)

“Sisma all’italiana”, è la vignetta che in pochi minuti ha sferrato un pugno alla pancia di tutti gli italiani!

CHARLIE

L’immagine incriminata è apparsa nell’ultimo numero del giornale satirico francese Charlie Hebdo. Una delle tante che appaiono a pagina 16 del periodico, tradizionalmente intitolata «le altre possibili copertine».

Nella stessa pagina troviamo anche una freddura probabilmente ancora più dura: “Non si sa se il terremoto abbia urlato Allah U Akbar prima di colpire”.

Qual è il reale scopo del vignettista Felix? Interpretare in salsa “ironica” il dramma che ha colpito l’Italia con quasi 300 morti, interi paesi rasi al suolo e migliaia di sfollati?

La satira dovrebbe strappare un sorriso, ma agli italiani ha strappato solo insulti telematici dalla ferocia pari quasi quanto a chi, a causa del terremoto, ha perso un proprio caro.

Giusto per dovere di cronaca, ricordiamo che all’indomani della strage di Nizza, il nostro Vauro disegnò una vignetta raffigurante il motto “Libertè, Egalitè, Fraternitè” appena calpestato dal pneumatico di un camion.

Il fumettista Natanagelo, ne ha realizzata una con la Morte che s’affaccia sulle macerie e che dice, innocentemente: “scusate, avevo chiesto solo un’amatriciana”.

Insomma il dibattito su quali sono i limiti che la satira non deve superare, non metterà mai tutti d’accordo.

Il 7 gennaio 2015, partì la campagna “Siamo tutti Charlie” in difesa della libertà d’opinione e della libertà di stampa. Il 2 settembre 2016, definirsi tale è difficile; ma non impossibile.

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