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Conferenza sulla Libia. Conte è positivo: “Poste premesse importanti”

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“Lasciamo Palermo portando con noi il sentimento di fiducia per aver dato una prospettiva di stabilizzazione della Libia. Non dobbiamo illuderci, ma sono state poste premesse importanti di questo cammino”. Queste le parole del premier Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del vertice sulla Libia a Palermo. “Mi è dispiaciuto che la delegazione turca si sia allontanata. Ma nel loro comunicato non ce l’hanno affatto con l’Italia e in ogni caso quanto successo non altera il clima positivo di questo incontro”, ha spiegato il premier.

“Dobbiamo guardare francamente la realtà dello scenario internazionale, e far convergere a Palermo 30 paesi significa esporre questo incontro a qualche fibrillazione e alle particolari sensibilità tra alcuni Paesi. Dobbiamo anche accettarle”, ha aggiunto.

Positive le parole di Salamè. “Voglio ringraziare l’Italia e il suo presidente del Consiglio per aver organizzato questa Conferenza, che è stata un successo”. Così l’inviato Onu per la Libia Ghassam Salamè, aprendo la conferenza stampa finale del summit di Palermo al fianco del premier Giuseppe Conte. “Palermo resta una pietra miliare” del processo politico in Libia, ha aggiunto.

“La Conferenza nazionale che pensiamo di fare nelle prime settimane del prossimo anno- ha aggiunto Salamè- riteniamo sia resa più facile da questa Conferenza di Palermo. C’è stato un impegno chiaro da parte dei libici presenti, hanno detto che verranno e mi sento più tranquillo”.

Il premier Conte, nel suo discorso ha poi affermato: “Noi vogliamo dialogare con tutti gli attori libici e tutti sono importanti. Se ci fossero interlocutori privilegiati, daremmo un contributo negativo” alla stabilizzazione del paese, ha concluso il premier, rispondendo a una domanda. “Delle volte ci descrivete mutevoli, ma noi abbiamo una linea di politica estera ben precisa, un perimetro di alleanze ben definite. Il nostro interesse non è contribuire con la nostra vigile collaborazione a non alimentare le divisioni. Vogliamo essere un fattore di promozione di condizioni di stabilità. Se ci spendessimo a creare meccanismi di alleanze tattiche, non contribuiremmo all’accelerazione del processo politico”.

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