Corruzione, Vicari si dimette. Indagato anche Crocetta
2 min readIl sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari (Ap) è indagata a Palermo per corruzione nell’ambito dell’indagine che ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’armatore Ettore Morace.
Secondo l’accusa, in cambio di un Rolex datole dall’imprenditore, avrebbe presentato un emendamento che abbassava dal 10 al 4% l’Iva sui trasporti marittimi, determinando un risparmio di milioni di euro per la società di Morace. La Vicari travolta dall’inchiesta “Sistema Trapani” si è dimessa.
L’ex sottosegretario si è però difeso: “Chi è corrotto non ringrazia”. In merito al Rolex ricevuto dall’armatore Ettore Morace, che secondo l’accusa sarebbe la prova della corruzione, la Vicari dice: “Quell’orologio riguarda rapporti con le persone che uno ha a prescindere. Dalle intercettazioni si capisce benissimo che è un regalo di Natale”.
La Vicari quindi attacca: “Ci sono ministri che hanno preso non uno ma tre Rolex e sono ancora in carica”. E poi aggiunge: “Non c’è niente, assolutamente. È solo fango. Ma una come me, che fa politica da quando era ragazzina, è abituata a queste cose. Io ho fatto carriera dal basso, non sono di quelle nominate”.
Nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’armatore Ettore Morace, amministratore della Liberty lines, del candidato sindaco a Trapani Girolamo Fazio e del consulente della Regione Giuseppe Montalto, risulta indagato anche il governatore siciliano Rosario Crocetta che commenta: “Sono molto sereno e se ci dovesse essere un invito a comparire, che non ho ricevuto perché sono in viaggio, sarò lieto di riferire ai magistrati notizie utili alle indagini”.
Indagati in stato di libertà anche: il componente dello staff di Vicari Marcello Di Caterina, il candidato al Consiglio comunale di Palermo Marianna Caronia, la dirigente dell’assessorato regionale alle Infrastrutture Salvatrice Severino, il luogotenente dei carabinieri Orazio Gisabella e Sergio La Cava, presidente della società Navigazione Generale Italiana s.p.a collegata al gruppo imprenditoriale facente capo all’armatore messinese Franza. Per Severino, Gisabella e La Cava la Procura aveva chiesto provvedimenti cautelari che il gip non ha concesso non ravvisando le esigenze. Non è escluso che possano esserci altri indagati.