Direzione Pd, Renzi: “Larga coalizione da Alfano a Pisapia. Serve unità ma senza abiure”
2 min readIl Pd nel corso dell’attesa Direzione, traccia la strada per future alleanze in vista delle prossime elezioni politiche. Una coalizione larga che vada dai centristi alla sinistra comprendendo: Campo Progressista, i Radicali, i Verdi, i Socialisti e l’Idv. Una larga coalizione indicata dal segretario Matteo Renzi il quale si è detto pronto a non porre veti e paletti e a scrivere una pagina bianca sia nel programma che nel metodo di una leadership non più solitaria. Ma tutto questo senza “abiure” dei Mille Giorni, anzi rivendicando quanto fatto pur nell’ammissione che, ha precisato l’ex premier: “Possiamo fare meglio sul Jobs Act come sulle politiche migratorie”. Una linea che ha convinto la minoranza di Michele Emiliano ma non quella di Orlando, che ha deciso di astenersi.
Il documento approvato senza voti contrari. La Direzione Pd alla fine ha approvato il documento unitario presentato dalla segreteria. I voti a favore sono stati 164, nessuno contrario; 14, invece, gli astenuti, da ricondurre come detto all’area di minoranza che fa capo ad Andrea Orlando. La campagna elettorale è alle porte, Renzi ha fretta di andare a votare e ha cerchiato in rosso la data del 4 marzo 2018. Per l’ex premier di fatto, le elezioni politiche richiederanno uno sforzo unitario del Pd.
Pd: la sfida elettorale sarà con la destra. Renzi è convinto che la partita si giocherà tra il Pd che a suo giudizio sarà il primo gruppo parlamentare, e la destra perché il M5s non è competitivo, sia “perchè sovrastimato nei sondaggi”, sia perché “con il Rosatellum se non raggiungi almeno il 30% nei collegi sei fuori dai giochi”. Il leader dem, inoltre, è consapevole che una coalizione larga è importante nella battaglia collegio per collegio. Infine, Renzi si è preso l’impegno a scrivere “una pagina bianca” sedendosi al tavolo dell’alleanza. Guardare al futuro però per il segretario del Pd non vuol dire rinnegare il passato e spiega perchè dicendo: “Sarebbe assurdo, illogico e inspiegabile”.
Rinviata dunque la resa dei conti. Al di là dell’astensione di Orlando, il Pd ha preferito evitare rese dei conti nella consapevolezza che la partita è difficile anche con il partito unito. Nei prossimi giorni Renzi tornerà sul treno per un tour che considera fondamentale per creare una connessione con il Paese. A Roma, invece, restano al lavoro i pontieri, compreso Piero Fassino che, proprio in virtù del suo ruolo di ex segretario dei Ds, cercherà di ricomporre la rottura con Bersani, D’Alema e la sinistra.