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Erdogan agli Usa: “basta unilateralismo, non ci metterete in ginocchio”

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In un articolo sul New York Times Recep Tayyp Erdogan fa sapere che se gli Usa non “invertono la tendenza all’unilateralismo e alla mancanza di rispetto saremo costretti a iniziare a cercare nuovi amici e alleati”. Il presidente turco aggiunge: “Le azioni unilaterali degli Usa nei confronti della Turchia serviranno solo a minare gli interessi e la sicurezza americani”.

“Prima che sia troppo tardi – scrive ancora Erdogan – Washington deve rinunciare all’idea che le nostre relazioni siano asimmetriche, e accettare il fatto che la Turchia ha alternative”. Il capo di Stato turco ricorda anche gli sgarbi che l’amministrazione Usa ha fatto ad Ankara negli ultimi anni, parlando di “una partnership messa alla prova”. La richiesta, mai soddisfatta, di estradare l’imam in esilio negli Usa Fethullah Gulen, ritenuto responsabile del fallito golpe del luglio 2016, il sostegno alle milizie curdo siriane del Pyd e Ypg, ritenute dalla Turchia braccio armato del Partito dei lavoratori del Kurdistan.

“Sfortunatamente le nostre parole sono cadute in orecchie sorde”, condanna Erdogan aggiungendo che nelle ultime settimane gli Stati Uniti hanno fatto dei passi “per far salire la tenzione”, come per l’arresto del pastore Andrew Brunson per cui Trump ha imposto sanzioni a ministri turchi, una decisione “inaccettabile, irrazionale. Azioni unilaterali contro la Turchia da parte degli Stati Uniti, nostri alleati da decenni, serviranno soltanto a minare gli interessi e la sicurezza americana”.

“E’ sbagliato voler mettere la Turchia in ginocchio con delle minacce riguardanti un pastore, vergogna a voi. State scambiando un vostro partner strategico nella Nato per un prete”, aggiunge Erdogan, promettendo di rispondere alle “minacce” americane. Il riferimento è alla detenzione in Turchia del pastore americano Andrew Brunson, arrestato nel 2016 per accuse di terrorismo.

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