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“Forgotten Dream” il nuovo album di Luka Zotti

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Il polistrumentista e cantautore Luka Zotti torna sulla scena musicale a distanza di sette anni con un nuovo album dal titolo “FORGOTTEN DREAM” (disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming) una raccolta di brani inediti nei cui testi è sempre presente un’evoluzione, un percorso.

Il “concept” dell’album è la guarigione intesa a 360 gradi : mente, cuore e corpo e  di conseguenza anche Madre Terra. Luka Zotti si definisce principalmente un cantante e un chitarrista, ma la sua curiosità lo ha portato ad avvicinarsi anche ad altri strumenti musicali, inoltre da anni, coltiva la passione per l’arte. Come pittore, ha infatti tenuto diverse mostre collettive e personali in Italia e all’estero. LUKA ZOTTI il prossimo 28 settembre presenterà dal vivo il suo nuovo album al MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti, che si svolgerà dal 26 al 28 settembre a Faenza . Per l’occasione ART-News vi presenta un vero talento “made in italy”.

Parliamo dell’album  “FORGOTTEN DREAM”, in quanto tempo è nato?

Non saprei definire un vero tempo. Questo disco è una raccolta di brani inediti, alcuni scritti negli ultimi tre anni  ed altri scritti molto tempo prima, all’incirca dieci anni fa.  Addirittura c’è un brano “Get in the game“ che è stato scritto ben diciotto anni fa. Quindi davvero è complicato stabilirne un tempo di nascita.

Come mai hai inciso una canzone scritta quasi due decenni fa?

Penso che la risposta sia molto semplice: esiste  un momento per ogni cosa. Un po’ come il vino  che conservi in cantina perché non è ancora pronto per essere assaporato, ecco anche io ho tenuto da parte, per un po’ alcuni brani, poi quando ho sentito che era venuto il loro momento li ho raggruppati tutti in un album.

“Quel momento”di cui parli, quando è stato?

Sicuramente quando ho scritto il brano “Forgotten dream”. E’ stata proprio questa canzone che mi ha spinto a ripubblicare un nuovo album dopo anni in cui ho suonato per altri, mi ha fatto tornare la voglia  di creare un qualcosa che fosse solo mio.  Il brano è stato scritto dopo un sogno di cui non ricordo nulla, se non la sensazione che mi ha lasciato. Mi ha spinto a credere in me stesso, per portare avanti i miei sogni e farli diventare realtà. E li ho pensato “okay è giunto il momento” .

Che differenza c’è fra l’album  “Colori e Motivi”(2007) e  “Forgotten Dream” (2014)?

“Colori e Motivi” è stato il mio primo disco da solista ed è stato una sorta di rapporto fra musica ed immagini. La musica era molto sperimentale e strumentale ed io ho realizzato dei videoclip, li montati e rivisitati apposta per ogni brano. Con ”Forgotten dream” invece sono ritornato alle mie origini, ossia al folk rock. Quindi si possono sentire anche influenze come Bob Dylan o di musiche psichedeliche come i Pink Floyd.

Ti definisci principalmente un chitarrista ma cosa ti ha spinto ad avvicinarti ad altri strumenti?

Sicuramente la curiosità. Sono diplomato in chitarra quindi sono ufficialmente un chitarrista, ma la mia curiosità è sempre stata tale da non lasciarmi indifferente di fronte ad altri strumenti quale l’armonica, il pianoforte, le tastiere, il basso, batteria e percussioni. Il pianoforte è stato uno dei primi strumenti al quale mi sono avvicinato, ero davvero molto piccolo e più che un suonare, il mio era un vero strimpellare. Poi negli anni sono migliorato e mi sono avvicinato ad altri strumenti . Ho suonato il basso ma non sono un bassista, ho suonato la batteria ma non sono un batterista . Nel  primo disco ho suonato quasi tutti tutti gli strumenti  a parte il  sax,  in “Forgotten Dream” invece non ho suonato il basso perchè ho incontrato un bassista con il quale siamo entrati subito in sintonia.

Una curiosità la tua, che ti ha portato ad avvicinarti anche al mondo dell’arte. Come pittore, hai infatti tenuto diverse mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Da dove nasce questa passione?

Sono semplicemente modi diversi per esprimersi . Musica,scultura, pittura sono tutte figlie della stessa madre: l’ispirazione. Ognuna di queste arti  tocca, o meglio seduce, un particolare senso. La musica ad esempio sazia l’udito, la pittura la vista, la scultura se vogliamo interessa sia la vista che il tatto .Tutti modi diversi di creare emozioni.

Il tuo interesse per le creazioni manuali invece da dove nasce?

La manualità è stata una cosa che ho ereditato senza dubbio da mio padre che è un musicista ed artigiano anche lui. Tutto è nato quando ho iniziato a modificare per me stesso  alcuni strumenti , per renderli più consoni alle mie esigenze. Come quando ho creato il “Tree Pad Key Guitar” uno strumento che incorpora chitarra, tastiera, percussioni e multieffetto. Poi da lì altri musicisti hanno iniziato a chiedermi il cosiddetto “pezzo unico” ed ogni strumento viene  realizzato dettagliatamente per la persona che lo ordina.

Ti sei emozionato di più nei panni di musicista ad un concerto o nei panni di pittore ad una mostra?

Ho un ricordo molto bello di una serata fatta ad Alghero nel 2009 in un anfiteatro quando mi sono esibito con la mia vecchia band. Ma fra un concerto e una mostra sicuramente ti direi che la pittura è molto stimolate nella fase creativa, mentre la musica regala emozioni uniche quando la porti in giro e la condividi. Il feedback del pubblico è più immediato e portare in giro il dipinto è meno emozionante di portare in giro una canzone. L’emozione più bella è quando si uniscono le due cose, io spesso suono al vernissage delle mie mostre oppure quando faccio i concerti allestisco i palchi con le mie opere.

Che rapporto hai con i social network?

 Utilizzo molto i social e trovo interessante quando c’è un utilizzo creativo di questa cosa, anche se , c’è una linea sottile fra “farne un uso ed un abuso” che spesso si ignora. Direi  che bisogna imparare a gestire gli input altrimenti impieghiamo il tempo a distrarci ma non è finalizzato a nulla.

Un sogno da realizzare con la musica?

Con il mio lavoro di festival ne ho girati tanti in Europa e in Italia e in altrettanti festival mi sono esibito, ma un giorno spero di riuscire a suonare al “Reading Festival” che si svolge ogni anno l’ultimo weekend di Agosto in Inghilterra. Ci sono andato per sei anni di fila, mi sono innamorato di quel posto ed anche i più grandi sono passati di li.

Maggiori info su www.lukazotti.com 

Carmen De Sio

c.desio@art-news.it

Twitter:CarmenDeSio

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