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G8, Diaz: ancora una condanna all’Italia da Strasburgo

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Per la seconda volta la Corte di Strasburgo condanna l’Italia per la “macelleria messicana” alla scuola Diaz di Genova della notte tra il 20 e il 21 luglio 2001. La prima durissima sentenza, emessa all’unanimità, era del 2015. La sentenza di oggi condanna l’Italia sia per quei fatti sia per non aver punito in modo adeguato i responsabili perchè le leggi nel nostro Paese sono inadeguate a punire e quindi prevenire gli atti di tortura commessi dalle forze dell’ordine.

Soltanto ieri il Consiglio d’Europa ha invitato la Camera dei Deputati a modificare il testo della legge contro la tortura che sta discutendo e che dovrebbe andare in Aula il 29 perché nella sua forma attuale contiene una definizione del reato e diversi elementi in disaccordo con quanto prescritto dagli standard internazionali. È quanto sostiene Nils Miuznieks, commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, in una lettera inviata tra gli altri ai Presidenti dei due rami del Parlamento, Laura Boldrini e Pietro Grasso.

Il commissario punta il dito in particolare sul fatto che la legge prevede che affinché si possa accusare qualcuno di tortura occorre che la persona abbia compiuto gli atti di grave violenza, o minacce o crudeltà diverse volte, o abbia sottoposto la vittima a trattamenti inumani e degradanti. Inoltre, scrive Muiznieks, la legge prevede che la tortura psicologica esista solo nei casi in cui si possa stabilire che la vittima ha subito un trauma psicologico.

Il commissario, infine, evidenzia l’importanza di assicurare che “l’ampia definizione di tortura, che ricomprende gli atti commessi da privati cittadini, non si traduca in un indebolimento della protezione contro la tortura commessa da funzionari dello Stato, data la particolare gravità di questa violazione dei diritti umani”. 

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