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Governo Conte: fiducia con ampia maggioranza alla Camera. Attacchi da Pd e Forza Italia

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Governo Conte: dopo il Senato arriva il via libera anche della Camera. L’esecutivo gialloverde incassa la definitiva fiducia. E dopo il voto il presidente del Consiglio twitta: “Da oggi pronti a lavorare per migliorare la qualità della vita degli italiani”. L’Aula di Montecitorio si è espressa con un’ampia maggioranza: 350 sì, (4 in più rispetto alle previsioni della vigilia), 236 contrari e 35 astenuti. La fiducia è arrivata al termine di una seduta caratterizzata da una forte tensione, in particolare con il Pd. Durissimo il capogruppo dem Graziano Delrio che urla: “Tutti i grandi dittatori lo fanno in nome del popolo. Parlo della storia e non di voi. Non è qui per concederci il privilegio di vederla osservare la Costituzione. Ha il dovere di rispettarla. Il nostro augurio è che non faccia il pupazzo dei partiti”. Dura anche la capogruppo di Forza Italia, Maria Stella Gelmini, secondo cui: “Salvini è stato forse un abile leader della Lega, ma non un leader unificante del centrodestra come Silvio Berlusconi”. 

La lunga replica del premier. Parlando per circa un’ora Giuseppe Conte tocca quasi tutti i punti del suo programma, dall’Europa al fisco, dalla giustizia all’immigrazione, dalle banche alla crescita. Malgrado questo esecutivo venga definito appunto il “governo del cambiamento”, Conte assicura che non intende cancellare tutto il lavoro compiuto nel recente passato e dice: “Noi, nell’immigrazione come nella scuola non arriviamo qui per stravolgere ciò che di buono è stato fatto”. In apertura rivolge un saluto al Capo dello Stato Mattarella: “Nell’ambito delle sue prerogative costituzionali ha presieduto all’attività di formazione di questo governo, gli sono doverosamente grato per tutto quanto ha fatto sin qui. Una delle cose che più mi ha addolorato è stato quando c’è stato un attacco alla memoria di un suo congiunto, è stata una cosa che mi è davvero dispiaciuta”. Conte però non fa il nome di Piersanti Mattarella, mancanza che poi verrà rimarcata polemicamente sempre da Delrio.

 

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