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Ilva, l’Ue avverte: salute cittadini ancora a rischio

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Lo ha stabilito la relazione della Commissione petizioni del Parlamento europeo. Con 25 voti favorevoli e 2 contrari, nell’ultima riunione di aprile (2018-04-24), gli eurodeputati hanno concluso il loro rapporto conoscitivo sui rischi ambientali delle acciaierie di Taranto. La più grande d’Europa. 

Nel 2013 alcuni cittadini italiani hanno chiesto, al Parlamento europeo, con una petizione pubblica, il controllo dello stabilimento siderurgico. “Si esprime preoccupazione per il grave problema d’inquinamento provocato dall’Ilva di Taranto e in particolare per l’impatto delle polveri tossiche provenienti dai 70 ettari di parchi minerari, causa di un vero e proprio disastro ambientale”. Questo il testo della petizione n. 2207/2013. 

Secondo la relazione approvata, per gli eurodeputati “non ci sarebbero le condizioni necessarie per permettere un incremento della produzione a più di 8.5 milioni di tonnellate annue, così come proposto dall’azienda. Contrariamente, si raccomanda un limite produttivo di 6 milioni di tonnellate, limite che dovrebbe rimanere in vigore fino a che l’azienda non metterà in atto tutte le misure precauzionali per prevenire i danni ambientali”.

Inoltre nel testo si sottolinea che “l’Ilva non ha rispettato gli obblighi ambientali né le scadenze imposte dal governo Italiano per ridurre l’impatto sul territorio, ad esempio non adottando le misure necessarie per proteggere la salute dei cittadini, come la copertura dei parchi minerali”.

In conclusione, la Commissione del Parlamento europeo (PETI) dichiara che “anche qualora si applicassero tutte le misure preventive previste dalla legge, i rischi per la salute dei residenti nelle zone limitrofe rimarrebbero a livelli non accettabili”.   

Con questa decisione l’Ue alza il livello di controllo sull’Ilva a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente. Ora la relazione, approvata in Commissione, passerà alla plenaria di Strasburgo che deciderà i prossimi provvedimenti.   

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