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Inchiesta petrolio: la Guidi si dimette

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Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi si dimette e lo fa inviando una lettera al premier Matteo Renzi dopo la diffusione della notizia delle indagini sul compagno, Gianluca Gemelli, e di un’intercettazione che la coinvolge su un emendamento “sospetto”.

“Caro Matteo sono certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”.

In una dichiarazione pubblica, Renzi si è rivolto alla Guidi dicendo di aver “molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al capo dello Stato”. Il premier ha anche definito il ministro indifendibile.

L’inchiesta in questione ha portato a 6 arresti e al blocco della produzione dell’Eni in Val D’Agri come conseguenza di due sequestri nel centro oli di Viggiano, la Guidi non è iscritta agli atti, mentre il fidanzato Gianluca Gemelli risulta indagato.

L’inchiesta dei magistrati di Potenza riguarda lo smaltimento illecito di rifiuti nel centro oli dell’Eni di Viggiano e casi di corruzione per la costruzione del centro oli della Total a Corleto Perticara. Sono circa sessanta le persone indagate sei agli arresti domiciliari. La Guidi non è iscritta agli atti, mentre il fidanzato Gianluca Gemelli risulta indagato.

A far scattare le dimissioni è stata una telefonata tra i due (intercettazione che risale al 2014) in cui il ministro si impegna a far approvare un emendamento per sbloccare un impianto in località Tempa Rossa, nel Potentino: “E poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato, se è d’accordo anche Maria Elena, quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte”, dice la Guidi al compagno. Il ministro si riferisce a un emendamento che il governo stava per inserire nella legge di stabilità relativo ai lavori per il centro oli della Total in contrada Tempa Rossa, a Corleto Perticara nel Potentino. Allo sblocco di quei lavori Gemelli stesso, che guida due società del settore petrolifero, ha interesse.

Subito dopo aver parlato con la Guidi, Gemelli telefonò a un dirigente di una società petrolifera e lo informò dell’emendamento, già bocciato una volta, per “sbloccare Tempa Rossa: la chiamo – dice – per darle una buona notizia”.

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