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Insulti ed aggressioni: la proposta di Ancelotti e Mancini per cambiare un calcio ancora fermo

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Insulti ed invettive, il mondo del calcio dice basta alle aggressioni fisiche e verbali, Ancelotti e Mancini provano a proporre una soluzione sicuramente discutibile

Dal calcio professionistico al mondo dilettantistico, due realtà molto diverse accomunate però da un unico “male” che in qualche modo in questo periodo smuove chiacchiere e coscienze, in ogni caso sempre in ritardo. Un fenomeno quello degli insulti e delle aggressioni ignorato per anni ma si sa, come per tutte le cose arriva il momento di dire basta e forse ci siamo, qualcuno, all’interno del mondo “pallonaro” inizia a dire “basta”, anche se questo rischia di provocare una reazione decisamente opposta. Ed ecco la proposta dal forte potere mediatico, di quelle che fanno sorridere chi non le comprende e discutere chi farebbe invece qualcosa di diverso ma in sostanza niente di concreto. Il gesto di Mourinho, lo striscione e i cori contro Bonucci, gli improperi rivolti ad Ancelotti, al Napoli, ai napoletani e via dicendo, ce ne sarebbero di esempi, in ultimo ma non per importanza l’aggressione all’arbitro in occasione di una partita di promozione giocata a Roma. “Sospendiamo le partite”. Ecco la direttiva netta, fredda e dal valore simbolico immediato, risposta? “Con tutto quello che guadagnate, prendetevi gli insulti e andale”. Dunque il concetto è: ti pago, ti insulto. Si perchè ovviamente chi è d’accordo con questa teoria spesso non si rende conto che tutti i soldi (eccessivi) arrivano da chi guarda le partite, da chi va allo stadio, insomma da chi segue il calcio, un’equazione tanto banale quanto difficile da comprendere, a quanto pare.

CAMPIONATI SOSPESI NEL LAZIO- Torniamo al discorso sospensione campionati nel Lazio per approfondire il tema dal punto di vista dilettantistico, dove la vicinanza tra pubblico e campo è molto più vicina ma la visibilità ed il clamore sono decisamente limitati. Sui campi minori, almeno fino all’eccellenza non c’è modo di sfuggire alla furia e alla violenza verbale che spesso vivono senza curarsi della presenza di minori, incolpevoli di fronte a tanta pochezza. Spugne che assorbono tutto (i minori) e che poi molto probabilmente riterranno opportuno andare allo stadio, forti dell’esempio degli adulti, insegnanti inconsapevoli di un male, mascherato da leggerezza domenicale. Non c’è nulla di leggero nell’aggressione ad un povero ragazzo, in campo per arbitrare una partita di pallone con un carico di passione, più forte della malasorte. In questo caso (episodio di Roma) i campionati per quanto riguarda la regione Lazio sono stati ufficialmente sospesi per un turno, vale a dire che tra due settimane i cosiddetti “incivili” da invettiva saranno improvvisamente acculturati e pronti ad indignarsi di fronte all’insulto ad un direttore di gara e magari ad abbracciare sportivamente lo stesso, dopo aver sbagliato un “clamoroso fuorigioco” che gli ha fatto perdere una gara di terza categoria. Ma per favore, non scherziamo, queste sono cose serie e le cose serie non si risolvono con la sospensione dei campionati per una settimana, c’è bisogno invece di una rivoluzione culturale dove scuola e famiglia vadano di pari passo (utopistico di questi tempi), quanto ci vuole? Decenni, altro che un turno di stop.

 

 

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