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Manovra: a notte fonda il sì del Senato e in Aula è bagarre

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Fiducia sul maxiemendamento e ok del Senato a notte fonda la Manovra. I voti a favore sono stati 167, 78 i contrari, 3 gli astenuti, tra cui il senatore a vita Mario Monti e il parlamentare pentastellato Gregorio De Falco, ex ufficiale di Marina diventato celebre nella vicenda del naufragio della Costa Concordia.

E’ stata lunga e complessa la giornata a Palazzo Madama, con la protesta delle opposizioni, capeggiate dal Pd che ha occupato i banchi del governo, annunciando che non avrebbe partecipato al voto e che ricorrerà alla Consulta. Rissa tra senatori di FI e Lega. Il M5s scarica sul Mef la colpa per i ritardi, ma il Carroccio difende i tecnici. Il “maxiemendamento” alla Manovra, che al Senato recepisce tutte le modifiche e su cui il governo ha posto la fiducia, è stato corretto almeno altre tre volte solo nel corso della giornata.

E nella manovra dovrebbe dunque esserci: lo Stralcio delle cartelle fiscali per chi è in difficoltà, tassazione al 7% sulle pensioni per chi dallʼestero va al Sud, Iva al 4% anche sui cracker a cereali e spezie. Viene confermato il taglio alle pensioni più alte . Il prelievo di solidarietà, per cinque anni, riguarderà gli assegni superiori a 100mila euro. Niente da fare per l’ulteriore aumento della deducibilità dell’Imu sui capannoni. Lo sconto resta al 40%. Viene stralciata dalla Manovra, in quanto priva di coperture, la norma che riguarda gli Ncc. Arrivano però 145 milioni in tre anni per la metropolitana di Roma e 60 milioni in due anni per il rifacimento del manto stradale. Confermati i tagli all’editoria. I contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici sono progressivamente ridotti fino alla loro abolizione.

Confermato il blocco delle assunzioni fino al 15 novembre 2019 per la Presidenza del Consiglio, i ministeri, gli enti pubblici non economici e le agenzie fiscali, mentre per le università è posticipato al primo dicembre, con l’eccezione dei ricercatori a contratto che potranno essere assunti come professori nel corso del 2019.

La nuova versione della manovra ha suscitato i dubbi dell’Ufficio parlamentare di bilancio: la nuova stima di crescita del Pil all’1% per il 2019 (a fronte dell’1,5% precedente) è ora “plausibile, pur presentando non trascurabili rischi di revisione al ribasso”. E i rischi “risultano amplificati se si considerano le previsioni per il 2020 e 2021”.

L’Upb mette in guardia anche sui saldi: senza gli aumenti dell’Iva previsti nelle nuove clausole di salvaguardia, il deficit italiano nel 2020 e nel 2021 arriverà alla soglia limite del 3% “con evidenti rischi sulla sostenibilità futura della finanza pubblica”.

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