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Manovra: nessuna traccia del taglio alle pensioni d’oro

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Manovra, quello che salta subito all’occhio è l’assenza del taglio delle pensioni d’oro nel pacchetto dei 54 emendamenti alla Manovra depositato in commissione alla Camera dal governo: nessuna traccia delle proposte sul settore, con modifiche alla Fornero e taglio degli assegni sopra i 90mila euro e neanche delle annunciate misure a favore della famiglia.

Tra le novità l’aumento della deducibilità Imu per i capannoni, che raddoppia al 40%, e provvedimenti per la sanità.

Uno degli emendamenti in questo senso, prevede più fondi per ridurre le liste d’attesa. La Manovra stanziava 50 milioni per ogni anno dal 2019 al 2021: con la modifica si passa a 150 milioni nel 2019, 100 nel 2020 e altrettanti nel 2021. Le risorse arriveranno da una riduzione del fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali, previsto dall’articolo 15.

Un milione l’anno, per tre anni, da destinare all’European brain research institute. Il governo ha presentato un emendamento al ddl bilancio, in commissione Bilancio alla Camera, che stanzia un contributo per “individuare nuoce strategia terapeutiche per malattie neurodegenerative e altri gravi disturbi del sistema nervoso”, si legge nella relazione illustrativa che accompagna il provvedimento. Tra gli obiettivi dell’istituto c’è la ricerca di terapie efficaci “contro le malattie d’Alzheimer e di Parkinson”.

E intervenendo proprio in merito alla sanità, Matteo Salvini ha dichiarato: “Stiamo cominciando ad approntare la Manovra economica dove la salute occupa uno dei primi posti. Su tutto si può risparmiare tranne che sul diritto alla salute, il diritto degli italiani a curarsi”. Il vicepremier ha poi aggiunto: “Non capisco come abbiano potuto risparmiare chiudendo ospedali, reparti e pronto soccorso”.

In arrivo 4mila assunzioni presso i Centri per l’impiego. La modifica è stata inserita in calce all’articolo che istituisce il fondo per il reddito di cittadinanza e costa 120 milioni nel 2019 e 160 milioni dal 2020. Nei primi due anni, le risorse si ricaveranno dal fondo da un miliardo destinato dalla Manovra per il 2019 e il 2020 ai centri per l’impiego, mentre dal 2021 i soldi verranno dal fondo complessivo per il reddito di cittadinanza.

Arriva poi la norma contro i “furbetti” della flat tax al 15% che, non viene riconosciuta alle “persone fisiche nei casi in cui l’attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro” con i quali il soggetto lavora o ha lavorato “nei due anni d’imposta precedenti”. Lo prevede un emendamento dei relatori alla manovra, per evitare abusi nell’accesso al nuovo regime forfetario dei minimi per le partite Iva fino a 65mila euro. Il blocco scatta anche per soggetti “direttamente o indirettamente riconducibili” al vecchio datore di lavoro. La norma “anti-furbetti” viene estesa, con un secondo emendamento dei relatori, anche agli “imprenditori individuali ed esercenti arti e professioni” che dal 2020 usufruiranno della flat tax al 20% per i redditi tra i 65mila e i 100mila euro annui.

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