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Maria Elena Boschi: “Emendamento era volontà politica del Governo”

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Il ministro Boschi è stata ascoltata ieri dai PM come persona informata dei fatti nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alle dimissioni di Federica Guidi, ex ministro dello Sviluppo Economico.

Ha risposto a tutte le domande in una conversazione con i magistrati che è durata, tolte le formalità, non più di un quarto d’ora.

Al centro dell’incontro con i magistrati la famosa intercettazione nella quale la Guidi informava il compagno Gianluca Gemelli che anche la Boschi era d’accordo nel far passare l’emendamento.
Non essendo stato possibile farlo “rientrare” nel testo del decreto “Sblocca Italia”, il Governo (per iniziativa del ministro Guidi in accordo con il ministro Boschi) lo aveva in pratica riproposto nel testo del disegno della Legge di Stabilità. Questa l’accusa dei PM.

Di quell’ “intesa” si è chiesto conto ieri alla Boschi che ha in qualche modo rivendicato, come fatto già pubblicamente da Renzi, la responsabilità di quell’emendamento confermando però la totale assenza di pressioni per farlo passare.

Sua la decisione di riproporlo a nome di tutto il Governo, dopo che era stato ritenuto inammissibile in commissione in Legge di stabilità, poiché il progetto Tempa Rossa era stato ritenuto prioritario da tutto il Governo.

Cruciale anche accelerare il più possibile i tempi per la sua realizzazione poichè, sempre secondo la Boschi, trattandosi di opera strategica per le politiche energetiche nazionali era normale che l’iter autorizzatorio passasse in capo direttamente al ministero.
Il Ministro ha altresì confermato di non essere mai stata informata che il compagno della collega Guidi avesse in qualche maniera affari con le compagnie petrolifere interessate alla norma.

Gli inquirenti si sono dichiarati soddisfatti per l’incontro avvenuto in tempi rapidissimi e in un clima disteso nonostante le polemiche delle ultime ore. La Procura ha confermato che non sono in discussione le scelte politiche attorno a questa decisione, ma il sistema di affari che si è sviluppato attorno al provvedimento, come dimostrano le telefonate registrate principalmente sull’utenza di Gianluca Gemelli.

Il compagno del”ex ministro Guidi è indagato per associazione a delinquere, traffico di influenze e corruzione : probabile la richiesta d’arresto al tribunale del Riesame dopo il rigetto del gip.

La Guidi invece verrà interrogata, probabilmente in settimana, a Potenza: sempre come testimone ma potrà anche avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto convivente di un indagato.

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