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Milan, è arrivata la sentenza Uefa: società esclusa dall’Europa League

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La sentenza Uefa nei confronti del Milan è arrivata: un anno di esclusione dalle coppe europee. Va in questa direzione la sentenza della Camera Giudicante della Uefa sulle violazioni registrate dal 2014 al 2017 sul Fair Play Finanziario da parte del Milan. La squadra di Gattuso si era qualificata regolarmente sul campo alla competizione europea, la Uefa la esclude, ora la palla passerà al Tas, come previsto. Al suo posto andrebbe la Fiorentina, se la decisione di Nyon sarà confermata nel suo ultimo grado di giudizio.

 

IL MESSAGGIO DEL MILAN«Ci aspettiamo equità, giudizi basati sui fatti, regole uguali per tutti». Questo il messaggio della società rossonera rilasciato in precedenza alla sentenza arrivata poco fa. Ora il ricorso al Tas, il tribunale dello Sport di Losanna che costituisce l’ultimo grado di appello sportivo esistente.

COMUNICATO UEFA- «La camera giudicante dell’Organo di Controllo Finanziario per Club (CFCB), presieduta da José Narciso da Cunha Rodrigues, ha preso una decisione sul caso AC Milan a seguito del rinvio del responsabile della camera di investigazione CFCB per la violazione delle norme del fair play finanziario, in particolare per la violazione della regola del pareggio di bilancio (break-even rule). Il club non potrà partecipare alla prossima competizione UEFA per club a cui è qualificata nelle prossime due (2) stagioni (una competizione sola nella stagione 2018/19 o in quella 2019/20, in caso di qualificazione). Contro questa decisione è possibile presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, secondo l’Articolo 34(2) del regolamento procedurale che governa l’Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA, e secondo gli Articoli 62 e 63 degli Statuti UEFA. Le motivazioni della decisione verranno pubblicate su UEFA.com a tempo debito».

ORA ROCCO COMMISSO- D’ora in avanti cambia tutto, o forse niente. Ricorso a Tas a parte, il Milan ha dalla sua la possibilità di vendere gran parte del pacchetto azionario a Rocco Commisso, magnate statunitense, propenso all’acquisto dell’ottanta per cento del club. Non il cento per cento in quanto un accordo con Yonghong Li prevederebbe che l’attuale presidente non rimarrebbe completamente escluso da eventuali investimenti futuri. Fin qui tutto chiaro se non fosse per l’ultima uscita finanziaria del presidente, ovvero pagare entro il 6 Luglio i 32 milioni di euro di aumento di capitale, movimento che si pensava fosse ormai destinato al fondo Elliot, fino alla vendita del club. Una decisione che ha fatto infuriare Commisso ma che tuttavia non altera in maniera decisiva i rapporti tra “Cina e Stati Uniti”, certo è che il presidente rossonero oltre a giocare con il fuoco, pare stia giocando anche con la pelle della società che proprio in questi giorni, grazie all’italo-americano torna a respirare aria di cambiamento.

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