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MONDIALANDIA/ Dai gironi agli ottavi: bilanci, previsioni e considerazioni su Russia 2018. Putin promosso

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Il 29 giugno per i romani è giornata di riposo alla luce della festività dei SS. Pietro e Paolo, i due patroni della Capitale. Giornata di riposo in questo venerdi 29 giugno anche per i protagonisti di Russia 2018: almeno per coloro che da domani cominceranno a sfidarsi negli ottavi di finale. Sono infatti rimaste in ballo 16 Nazionali, altre 16 sono tornate a casa perché eliminate; tra queste fa ancora scalpore la presenza della Germania campione del mondo 4 anni fa in Brasile. E allora, alla luce del turno di riposo prima dell’inizio della fase a eliminazione diretta, ne approfittiamo per fare alcune considerazioni e osservazioni.

Applausi per il Paese organizzatore. Vladimir Putin sarà pure antipatico, dittatore, fascista, nazista (lo hanno etichettato in tutti i modi i soliti odiosi radical-chic), ma la sua Russia funziona meglio dell’Italia, nonostante si tratti di una Nazione molto ma molto più grande della nostra Penisola. Finora ai Mondiali è filato tutto liscio. E allora complimenti sinceri a Putin e ai russi per l’organizzazione. Un punto su tutti: vogliamo parlare degli stadi? I nostri al confronto diventano rossi dalla vergogna. In Italia solo l’Olimpico di Roma, l’Allianz Stadium di Torino e il Meazza di Milano sono all’altezza di una manifestazione internazionale. Aggiungiamo al massimo qualche realtà più piccola: il Mapei Stadium di Reggio Emilia dove gioca il Sassuolo e la Dacia Arena di Udine. Per il resto, siamo rimasti fermi ai Mondiali e ai conseguenti scandali di Italia 90. Scandali in stile “Stadio della Roma” per colpa del solito vecchio vizio italico: il favore all’amico, la tangente, la mazzetta, la stecca in stile “pizzo”, tipico della criminalità organizzata. La rinascita del calcio italiano passa anche dalla costruzione di nuovi impianti moderni, comodi e attrezzati, in grado di riportare la gente e le famiglie allo stadio, proprio come sta accadendo al Mondiale di Russia.  

Verso gli ottavi di finale. Come spesso accade quando un Mondiale si svolge in Europa, le Nazionali del Vecchio Continente vanno meglio delle altre. Non a caso tra le magnifiche 16 ci sono ben 10 europee con quattro sudamericane, 1 nordamericana e 1 asiatica. Si parte domani sabato 30 giugno alle 16 con Francia-Argentina, poi alle 20 Uuruguay-Spagna. Con la stessa distribuzione oraria domenica si disputano: Russia-Spagna e Croazia-Danimarca. Lunedi 2 luglio: Brasile-Messico e Belgio-Giappone. Martedi prossimo il quadro sarà completato da Svezia-Svizzera e Colombia-Inghilterra. Un gran bella griglia di partite interessanti, stuzzicanti; partite che annunciano spettacolo ed emozioni. Però, siamo consapevoli che nelle gare a eliminazione diretta spesso lo spettacolo può risentirne perché molte squadre puntano soprattutto a non prenderle e poi magari sperano in tempi supplementari e calci di rigore. Soprattutto se c’è grande differenza tecnica tra le due compagini. Ma a volte i calcoli li fanno anche le grandi. E’ scritto nella storia dei campionati del mondo. Un aspetto favorito anche dagli episodi che possono incidere su una partita: le espulsioni per esempio.

Indicazioni sulle sfide in arrivo. Chiariamo subito una cosa: non vogliamo avventurarci in pronostici ma soltanto fare un quadro della situazione. Francia-Argentina per esempio è un big-match (il vero match-clou di questi ottavi) che sfugge a ogni pronostico perché si tratta di due grandi Nazionali, ricche di grandi giocatori, ma alle prese con qualche problema tecnico. Più l’Argentina che la Francia per la verità. Un interrogativo è d’obbligo: l’Argentina dopo l’inizio disastroso può fare come l’Italia di Bearzot campione del mondo nel 1982 in Spagna? Ci sono molte analogie anche se parliamo di due epoche differenti. Le critiche spietate dei media possono aver ricompattato l’ambiente dei “gauchos”. Sui transalpini invece il dubbio riguarda il fatto che fin qui non sono riusciti a entusiasmare, non sono riusciti a esprimere il loro grande potenziale tecnico. Attenzione all’Uuruguay, unica squadra ad aver chiuso la prima fase con la porta inviolata. La “Celeste” di Tabarez è tosta e con autentiche bocche da fuoco in attacco: Cavani e Suarez. E spesso i Mondiali li vincono le squadre che hanno grandi cannonieri. Il Portogallo è solo o soprattutto Cristiano Ronaldo; per il resto i campioni d’Europa non convincono. Sulla Spagna continua a pesare il folle esonero del c.t. Lopetegui a poche ore dall’inizio della rassegna iridata. La Russia padrona di casa ha dato l’impressione di non reggere il confronto quando si alza l’asticella. Per il Brasile valgono le stesse perplessità espresse sulla Francia. Danimarca, Svezia, Svizzera, Messico e Giappone sono buone squadre senza grandi individualità e non dovrebbero andare lontano, rispetto a Belgio, Croazia e Inghilterra che invece hanno i numeri per entrare tra le prime quattro. La possibile mina vagante? La Colombia. C’è comunque disparità di valori tra una parte e l’altra del tabellone che porta alla finale. Sulla carta più difficile la parte dove ci sono Brasile, Francia e Argentina.

Che Mondiali sono stati fino a oggi? Belli ma non troppo, spesso emozionanti grazie ai gol che nella fase a gironi sono mancati solo in Francia-Danimarca: un record storico. Di bel gioco, se non a tratti, ne abbiamo visto poco. In compenso abbiamo assistito a splendide reti e a partite scevre da calcoli o “combine”, o “biscotti” che dir si voglia. Insomma, tutte le Nazionali hanno dato il massimo fino all’ultimo secondo di gioco, anche quelle eliminate precocemente. Fa eccezione il Giappone che contro la Polonia per il terzo turno del gruppo H, si è accontentato di perdere 1-0 in virtù della contemporanea sconfitta del Senegal contro la Colombia. Col pareggio i nipponici sarebbero stati certi della qualificazione ma in caso di raddoppio polacco sarebbero usciti. E allora, secondo la spiegazione fornita dal c.t. giapponese: meglio accontentarsi, meglio non rischiare di prendere il 2° gol e sperare nella sconfitta senegalese. Un atteggiamento non proprio sportivo quello del Giappone, soprattutto perché il suo accesso agli ottavi è stato deciso dal cosiddetto “fair-play”, cioè dalle ammonizioni: 6 per il Senegal, 4 per i nipponici, meno “cattivi” per la Fifa, quindi meritevoli degli ottavi. Una regola discutibile ma sempre meglio del sorteggio in cui vale solo la fortuna. Ultime considerazioni sulle squadre africane: sono decisamente migliorate dal punto di vista tecnico-tattico, grazie a c.t. europei e alle esperienze dei singoli calciatori nei principali campionati d’Europa, ma non hanno bomber veri, nè sanno tirare in porta. E ora sotto con gli ottavi di finale, perché a Russia 2018: il meglio deve ancora venire.

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