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Nuovo pretendente per Fca: sono i cinesi di Great Wall

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LaPresse

Fca avrebbe un nuovo pretendente. Secondo quanto riporta il sito Us Automotive News, si tratterebbe del produttore di Suv Great Wall, che si è mostrato interessato ad acquistare il marchio Jeep. Il sito afferma di averlo appreso direttamente dal presidente della Casa automobilistica asiatica Wang Fengying attraverso un messaggio di posta elettronica in cui il presidente del gruppo cinese dice essere “in contatto con Fca”. “Il nostro obiettivo globale è di diventare il più grande produttore di Suv al mondo”, ha spiegato un portavoce al sito Usa. “Rilevare Jeep, un marchio globale, ci consentirebbe di raggiungere il nostro obiettivo prima e meglio”.

Secondo quanto aggiunto dalla Reuters, che cita due fonti vicine al dossier, il gruppo cinese avrebbe chiesto a Fca un incontro con l’obiettivo di avanzare un’offerta.

Al momento però non è arrivata nessuna replica ufficiale da parte di Fca che ha fatto sapere di non volere commentare la notizia. Intanto però il titolo vola in Borsa. Sul listino milanese sono fortissimi gli acquisti e cresce di oltre quattro punti percentuali. 

Ma chi è Great Wall? L’azionista di riferimento è l’imprenditore Wei Jianjun, il quale detiene il 40% delle quote azionari, mentre il secondo socio è la municipalità di Baoding – dove ha sede la società – con il 30% del capitale. E’ stato anche il primo gruppo automobilistico cinese a quotarsi in Borsa, per la precisione sul listini di Hong Kong, ottenendo dal mercato 1,8 miliardi di dollari con cui ha sostenuto la sua crescita fin qui ininterrotta. Dal 2004, l’anno dopo la quotazione, è entrata stabilmente nelle prime 500 società cinesi.

In Italia, i modelli della “Grande Muraglia” messi in vendita sono soltanto due e provengono proprio dagli stabilimenti della Bulgaria: si tratta del Suv H6 e del pick up Steed 6, che si contraddistinguono per i costi più contenuti della media nella stessa categoria.
Nonostante da un anno a questa parte, le autorità cinesi abbiano posto delle norme più severe per gli investimenti all’estero, le acquisizioni in settori strategici sono consentiti e addirittura incentivati. Quindi lo sbarco in America sembra decisamente più che una indiscrezione.

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