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Ok della Camera alle missioni internazionali tra cui quella in Niger

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L’Aula della Camera ha dato via libera alla prosecuzione per il 2018 delle missioni internazionali, tra cui quella in Niger. L’Assemblea di Montecitorio ha approvato la risoluzione di maggioranza in tal senso, incassando anche il voto di Forza Italia e Fratelli d’Italia. La Lega si è invece astenuta, mentre i deputati di M5s e di Liberi e Uguali hanno votato contro le premesse di parti della risoluzione, relative a singole missioni.

Tutte respinte le altre risoluzioni presentate dai gruppi dell’opposizione. Il decreto missioni non prevede solo l’impegno nel Paese del Sahel, ma anche la conferma delle missioni in Afghanistan, Libano, Balcani, Somalia e l’appoggio alle missioni Nato in Lettonia e Turchia.

Per quanto riguarda il Niger in particolare, l’Italia manderà 470 militari, ma, come già annunciato dal governo, sarà una missione di controllo dei confini, come il pattugliamento della zona al confine con la Libia, bloccando così i trafficanti che cercano di raggiungere il Paese nord africano. L’obiettivo principale è il contrasto del traffico degli esseri umani e del terrorismo. L’Italia avrà il compito di addestrare le forze nigerine al contrasto efficace del traffico di migranti gestito, insieme alla droga alle armi, dalle forze jihadiste presenti sul terrorismo.

Tra le novità deliberate dal Consiglio dei ministri di dicembre anche l’invio 400 militari in Libia , rispetto alle precedenti 375 unità, per un sostegno a carattere umanitario, assistenza e supporto sanitario, addestramento delle forze di sicurezza libiche, supporto alla Guardia costiera libica, ricognizioni in territorio libico, ripristino delle infrastrutture funzionali alla capacità libica di controllo del territorio. Il tutto per fornire “assistenza e supporto al governo di accordo nazionale libico”.

Inoltre saranno impiegati 130 mezzi terrestri, oltre a mezzi navali e aerei nell’ambito dell’operazione Mare sicuro. Nel periodo 1 gennaio-30 settembre 2018 questa missione potenziata costerà 34,98 milioni di euro.
Prima di togliere la seduta, la presidente Laura Boldrini ha comunicato che la Camera è convocata “a domicilio”, espressione usata per dire che non si sa quando ci sarà una nuova seduta.

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