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Riforme costituzionali, Boschi fiduciosa ma la minoranza Dem non arretra

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Continua l’eterno tira e molla tra la maggioranza e la minoranza Dem. Oggi la ministra per le riforme Maria Elena Boschi, a Torino alla festa di Left Wing, torna sulla discussione riguardante le riforme costituzionali: “La porta del dialogo è sempre aperta, credo però che sia giusto che non ci siano veti. Sicuramente non ci sono da parte della maggioranza, a maggior ragione non devono esserci da parte della minoranza”. La Boschi è quindi convinta che la legge riesca ad essere approvata entro il 15 ottobre perché “ci sono tutte le condizioni per farlo, lo abbiamo visto anche nei giorni scorsi, c‘è una maggioranza ampia. Ovviamente c’è un 90% della riforma condiviso e ci sono ancor pochi punti da definire, e su questi siamo al lavoro”.

Infine lancia un ammonimento alla minoranza del suo partito affermando: “Se il Pd perderà questa sfida consegnerà il Paese nelle mani di M5s e Lega Nord”.

Non si fa attendere la risposta dei Bersaniani che puntano fermamente i piedi sulle loro posizioni. Roberto Speranza, esponente della minoranza Pd, in un’intervista a Repubblica, ha dichiarato: “Chiediamo che l’articolo 2 della riforma, in maniera esplicita, preveda un principio: il Senato sia eletto dai cittadini. Nel testo approvato dalla Camera c’è l’esatto contrario: saranno i consigli regionali a eleggere i senatori. Questo non va“. A rincarare la dose arriva Miguel Gotor: “Noi stiamo parlando di elettività diretta, cioè che ci sia una indicazione popolare diretta dei cittadini. Poi i Consigli Regionali possono ratificare, prendere atto con un voto, come Consigli Regionali, della volontà popolare. Se invece si continua a far filtrare false notizie, o indiscrezioni sui giornali che poi si danno come accordo condiviso quando così non è, questo è un problema che non riguarda noi”.

Se la minoranza Dem si oppone alla modifica del comma 5 dell’articolo 2 della Costituzione, molto più netto è il pensiero dell’opposizione 5stelle. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio definisce la riforma del Senato ”tanto inutile quanto dannosa”. Secondo la punta di diamante del M5s, intervenuto a una manifestazione a San Giorgio a Cremano, la riforma ”non abolisce il Senato ma ne crea uno in cui entreranno consiglieri regionali e sindaci che potranno salvarsi dalla galera perché, per la prima volta nella storia, avranno la immunità parlamentare”.

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