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Serie A: classifica finalmente aggiornata dopo 10 turni. Gattopardismo sull’uso della moviola in campo

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Finalmente, dopo 10 giornate, la classifica della Serie A è definitiva e consente alcune riflessioni a quasi un terzo del cammino. Il recupero di Milan-Genoa, gara valida per il primo turno e saltata a metà agosto per la tragedia del Ponte Morandi, consolida la panchina di Gennaro Gattuso. I rossoneri, 2-1 ai rossoblu, adesso sono in piena zona Champions: quarto posto a 18 punti insieme alla Lazio. Ma “Ringhio” continua a vivere da separato in casa col direttore sportivo Leonardo, e al primo stop del “Diavolo”, la sua panchina tornerà a scricchiolare. Gattuso comunque per ora merita solo applausi perché sta facendo il massimo col materiale umano che ha a disposizione. La squadra non brilla sul piano del gioco, però su quello della grinta e della volontà sa farsi apprezzare. E i risultati si vedono: in tal senso, non è un caso che il gol vittoria di Romagnoli contro il Genoa sia arrivato al 90′. 

Juve padrona, poi le altre. La Vecchia Signora di CR7 vola: 9 vittorie e un pari (l’1-1 interno col Genoa) in queste prime 10 giornate. Da capire ancora se alle spalle di Madama, Napoli e Inter si giocheranno soltanto lo “scudettino” del secondo posto o potranno realmente contendere il titolo ai bianconeri. I partenopei di Ancelotti in questo avvio di stagione hanno all’attivo 7 successi, 2 sconfitte e un pari. Stesso ruolino di marcia per i nerazzurri di Spalletti, miglior difesa con 6 gol subiti. Il miglior attacco è invece quello della Juventus: 21 reti fatte. Seguono Milan (20) e Napoli (19). Una cosa si evince: Ancelotti e Spalletti hanno grandi meriti. In casa Lazio invece Simone Inzaghi non riesce a far vincere i suoi contro le grandi: finora solo sconfitte e pareggi per i biancocelesti nelle sfide alle big. Lo 0-3 di lunedi contro l’Inter è solo l’ultimo episodio di una lunga lista. Mentre, sulla sponda giallorossa del Tevere si vive una crisi d’identità: è quella della Roma di Di Francesco, a quota 15 punti con Fiorentina, Sampdoria e il sorprendente Sassuolo. Una Roma costruita malissimo sul mercato dal d.s. Monchi che ha smantellato un grande centrocampo cedendo Nainggolan e Strootman, senza preoccuparsi di ricostruirlo. E così oggi i giallorossi sono corti proprio in mediana: troppi trequartisti in rosa e due soli interditori. Il 35enne De Rossi e il francese Nzonzi. Senza dimenticare che non tutti i difensori centrali a disposizione di Di Francesco sono all’altezza. Sarà dura per questa Roma centrare il quarto posto.

Il resto del campionato e il “pensionamento” della Var. Nel limbo Torino e Genoa. In casa dei grifoni liguri rimane inspiegabile l’esonero di Ballardini per il ritorno di Juric, il quale ha raccolto solo 2 punti in 3 partite. Al momento fuori dalla lotta per non retrocedere: Cagliari, Atalanta, Parma e Spal. Zona pericolosa per Bologna e Udinese a quota 9. Terzultimo è l’Empoli che gioca bene ma non fa punti, appena 6. In crescita le azioni del Frosinone ora a 5, sprofonda il Chievo di “Ace” Ventura fermo da tempo a -1 causa penalizzazione per lo scandalo plusvalenze fittizie. L’ultima considerazione riguarda la famosa “Moviola in campo”: a inizio stagione avevamo anticipato che quest’anno sarebbe stata ridimensionata, ma non pensavamo fino a questo punto. Ormai non viene più utilizzata per correggere l’arbitro come nel caso di Napoli-Roma: clamoroso il rigore non concesso ai giallorossi per doppio fallo su Dzeko. Un doppio fallo pilatescamente trasformato in un’ammonizione per il bosniaco dal direttore di gara. Assurdo usare la Var per annullare un gol per fuorigioco millimetrico e non usarla in casi del genere. E finora di episodi come quello di Napoli ce ne sono stati tanti. L’arbitro dunque è tornato a essere potente come prima e a indirizzare le partite con la sua discrezionalità. Italia, paese del Gattopardo.

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