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Spia russa avvelenata, scontro diplomatico Londra-Mosca. Botta e risposta all’Onu

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La Gran Bretagna ha chiesto una “riunione urgente” del Consiglio di sicurezza dell’Onu sul caso del tentato avvelenamento dell’ex spia russa Serghei Skripal, e di sua figlia Yulia. Skripal era fuggito nel Regno Unito e ora è in ospedale con la figlia dopo aver assunto un agente nervino a Salisbury, una cittadina nel sud dell’Inghilterra. Espulsi dalla Gran Bretagna 23 diplomatici russi. Duro il commento del premier Theresa May: “Aggressione coerente con i metodi di Mosca”. La replica del Cremlino:”Si tratta di una provocazione senza precedenti”.

Lo scenario all’Onu. L’ambasciatore britannico all’Onu, Jonathan Allen, in una riunione del Consiglio di Sicurezza sull’ex spia russa avvelenata nel Regno Unito, su quanto accaduto ha detto: “Si tratta della violazione dell’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite. Un attacco sul suolo inglese”. Allen poi ha chiesto all’Opac, l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, di verificare in modo indipendente. Solidali con la Gran Bretagna anche gli Usa, per i quali Mosca è responsabile.

Le parole di Allen. Nel suo intero intervento l’ambasciatore inglese alle Nazioni Unite ha dichiarato: “C’erano due opzioni: o è stato un attacco diretto della Russia al mio Paese oppure Mosca ha perso il controllo dell’agente nervino. Ma non c’è stata una spiegazione credibile su questa seconda opzione e non c’è altra conclusione se non che la Russia è responsabile del tentato omicidio”. L’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, ha invece affermato: “Gli Stati Uniti sono assolutamente solidali con la Gran Bretagna, e ritengono che Mosca sia responsabile. La Russia deve cooperare con l’indagine britannica perchè è in gioco la credibilità del Consiglio di Sicurezza se la Russia non verrà considerata responsabile per le sue azioni”.

La replica di Mosca. La risposta della Russia è stata dura con l’ambasciatore all’Onu Vassily Nebenzia che ha detto: “E’ totalmente inaccettabile lanciare accuse ingiustificate come quelle contenute nella lettera di Theresa May al segretario generale. Ci è stato dato l’ultimatum di ammettere che abbiamo commesso un crimine. Noi non parliamo il linguaggio dell’ultimatum, e non lasciamo che ci si parli con questo linguaggio. Chiediamo prove materiali di quanto afferma Londra. La Russia non ha nulla a che vedere con questo incidente. Non abbiamo nulla da temere e nulla da nascondere. La presunzione di innocenza è stata sostituita con la presunzione di colpevolezza”.

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