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Tensione in Medio Oriente: bruciata la tomba di Giuseppe in Cisgiordania

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Continuano le tensioni tra Israeliani e palestinesi. Questa notte centinaia di giovani palestinesi hanno dato fuoco con bottiglie molotof e materiali infiammabili a parti del complesso della Tomba di Giuseppe a Nablus in Cisgiordania. Lo riferisce l’esercito israeliano, secondo cui i giovani sono stati poi fermati dalle forze dell’ordine che hanno disperso la folla e ristabilito il controllo del sito.

Secondo la tradizione ebraica la ‘tomba di Giuseppe’ a Nablus e’ quella del personaggio biblico figlio di Giacobbe e di Rachele, divenuto influente consigliere del Faraone d’Egitto.

Per il portavoce dell’esercito Peter Lerner “l’incendio e la profanazione della Tomba di Giuseppe sono una flagrante violazione e una contraddizione del valore fondamentale della libertà di culto“. E ha aggiunto: “Le forze di difesa israeliane prenderanno tutte le misure per portare gli autori di questo atto spregevole di fronte alla giustizia, per riportare il sito alla sua condizione precedente e per garantire che la libertà religiosa venga ripristinata”.

Dura la reazione del governo israeliano: secondo il direttore generale del ministero degli esteri israeliano Dore Gold, l’attacco dei giovani palestinesi ricorda “le azioni dei più estremisti elementi islamici, dall’Afghanistan alla Libia”. Forti condanne però sono arrivate anche dal presidente palestinese Abu Mazen, che ha condannato l’accaduto annunciando un’indagine sulla vicenda. Il presidente palestinese ha sottolineato “il rifiuto assoluto di questi atti illegali, offese alla nostra cultura, religione e morale”.

L’attacco è avvenuto all’inizio del “venerdì della rabbia”, giorno scelto da Hamas per esortare la gente a manifestare e a creare disordini.

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