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Time. Persone dell’anno i giornalisti in pericolo, “guardiani della verità”

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Come ogni dicembre, il settimanale americano Time ha annunciato la sua scelta per la copertina dedicata alla “persona dell’anno” edizione 2018. Dopo il 2017, anno del movimento #metoo, il 2018 la copertina è dedicata ad un gruppo di persone, quelli definiti dal giornale come “i guardiani” impegnati nella “guerra per la verità”. Sono tutti quei giornalisti minacciati, perseguitati incarcerati o addirittura uccisi per aver svolto il proprio lavoro.

A primeggiare nelle quattro copertine diverse il giornalista saudita ucciso a Istanbul, Jamal Khashoggi; i cinque cronisti di Capital Gazette, il quotidiano del Maryland, uccisi in un assalto alla redazione; i giornalisti birmani della Reuters Wa Lone e Kyaw Soe Oo, contro i quali è stato montato un processo farsa, con accuse fabbricate dal regime, concluso dopo un anno di carcerazione preventiva con una condanna ad altri sette anni di prigione per violazione delle leggi sulla segretezza e infine la giornalista filippina Maria Ressa, presa di mira dal presidente Duterte.

È la prima volta che dei giornalisti vengono scelti come persona dell’anno dal magazine, che assegna questo titolo dal 1927. I reporter hanno dunque avuto la meglio su Donald Trump, già persona dell’anno 2016, che i bookmaker davano per favorito anche quest’anno. È la seconda volta consecutiva che il Time sceglie un gruppo e non una sola persona.

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