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Trenta terroristi latitanti sul tavolo di Salvini: 14 in Francia

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I nomi di trenta terroristi latitanti, 27 di sinistra e tre di destra, finiscono sul tavolo del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. E’ quanto si apprende da fonti del Viminale. Si tratta dell’elenco aggiornato che Intelligence e Forze dell’Ordine hanno rielaborato dopo l’arresto di Cesare Battisti.

Dei trenta, 14 sono localizzati in Francia. Il governo italiano, su impulso di Salvini, è pronto a passi ufficiali per chiedere collaborazione ai Paesi che stanno ospitando i latitanti. A partire da Parigi. L’obiettivo è quello di assicurare i terroristi alla giustizia italiana, come avvenuto per Cesare Battisti. Lo scorso 16 gennaio, pochi giorni dopo la cattura dell’ex capo dei Pac, la Francia aveva fatto sapere che “ogni futura richiesta di estradizione da parte dell’Italia verrà valutata caso per caso”.

La maggior parte dei latitanti italiani dei cosiddetti anni di Piombo si trovano Nel Paese transalpino per effetto della “dottrina Mitterand”, varata nel 1982 dall’allora presidente François Mitterand, particolarmente morbido nei confronti delle estradizioni. Si tratta di un principio che ha tutelato per decenni coloro che sono stati condannati in Italia per reati politici durante il periodo del terrorismo, tra gli anni Settanta e Ottanta, a patto che i destinatari non fossero ricercati per atti diretti contro lo Stato francese e avessero rinunciato a ogni forma di violenza politica. Secondo i francesi, infatti, nei processi italiani non venivano rispettate tutte le garanzie a favore degli imputati. In particolare, l’aspetto più grave era la celebrazione del processo in contumacia (procedura confermata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo), vale a dire in assenza degli stessi imputati, come nel caso appunto di Cesare Battisti.

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