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Twitter in vendita. Google e Goldman Sachs alla finestra

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Google ad un passo dall’acquisizione di Twitter. Pare infatti che la rete sociale, creata nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco, che fornisce agli utenti, attraverso l’omonima piattaforma, una pagina personale aggiornabile, sia in procinto di cambiare padrone. Con il supporto di Goldman Sachs, sta imbastendo una trattativa, seppur ad oggi preliminare, con Google e Saleforce.com.

Le indiscrezioni sulla svolta mettono le ali ai suoi titoli, che arrivano a guadagnare in Borsa il 21% a 22,82 dollari, pur restando al di sotto dei 26 dell’initial public offering. Con un valore di mercato di 16 miliardi di dollari, Twitter punterebbe a incassarne con la vendita “almeno 30“. Una cifra elevata rispetto alle stime degli analisti, che ne prevedono al massimo 18 alla luce dello stato di salute dei conti di Twitter e delle sue crescenti difficoltà in termini di crescita degli utenti.

E i suoi numeri lo dimostrano: gli utenti mensili sono aumentati solo di 9 milioni da quando Jack Dorsey è tornato alla guida della società nel luglio del 2015. Nello stesso arco temporale gli amici di Facebook, la società “modello” per Twitter, sono saliti di 164 milioni. Nel secondo trimestre i ricavi sono saliti solo del 20% a 602 milioni di dollari, l’aumento più basso mai registrato e l’ottavo trimestre consuntivo di rallentamento della crescita. Gli utenti netti sono invece aumentati di 3 milioni di unità a quota 313 milioni, ben lontano dal miliardo di amici del social di Mark Zuckerberg.

Le indiscrezioni sul futuro di Twitter si rincorrono da mesi. Nell’ultimo consiglio di amministrazione fra le varie ipotesi considerate oltre al taglio dei costi, ci sarebbe stata proprio la vendita o un eventuale delisting per rilanciarsi lontano dall’occhio della Borsa. La vendita sembra però ora prevalere e Goldman Sachs avrebbe iniziato a lavorarci. Le società media contattate dalla banca non avrebbero mostrato alcun interesse. Fox, Comcast, Cbs e Walt Disney avrebbero infatti detto no. Disney sembrava essere inizialmente in corsa, con Twitter che l’avrebbe potuta rafforzare nei social media dove il colosso non è molto presente. Ma la società guidata da Robert Iger avrebbe detto no.

A essere interessare sarebbero invece Google e Saleforce, mentre escono sconfitte dalla battaglia di offerte al rialzo LinkedIn con Microsoft. Il tweet di uno dei manager di Saleforce, Vala Afshar, sembrerebbe rafforzare l’ipotesi di un interesse. “Perché Twitter? Democratizza l’intelligenza ed è un bel posto per promuovere gli altri” afferma precisando però che la sua è una posizione personale.

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