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Venezuela: ultimatum Ue: “Elezioni subito”. Scontro Russia-Usa

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Il Venezuela deve convocare entro otto giorni elezioni eque, libere e democratiche altrimenti Francia, Spagna e Germania riconosceranno Juan Guaidò come presidente del Paese sudamericano. L’ultimatum unanime è stato presentato a Nicolas Maduro dal presidente francese Emmanuel Macron, dal premier spagnolo Pedro Sanchez e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che tornano a ribadire come il popolo venezuelano debba poter decidere liberamente il proprio futuro. 

Dello stesso tenore la posizione dell’Unione Europea, che chiede che si vada immediatamente alle urne o in caso contrario intraprenderà ulteriori azioni, anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese. A comunicarlo è l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, che sottolinea come il Paese abbia urgente bisogno di un governo che rappresenti la volontà del popolo venezuelano”.

Al Consiglio ci sicurezza delle Nazioni Unite il segretario di Stato Usa Mike Pompeo definisce fallito l’esperimento socialista in Venezuela e parla di crisi umanitaria, che necessita di un’azione concreta e soprattutto immediata. 

Ma la Russia replica accusando gli Stati Uniti di un tentativo di golpe contro Maduro, paragonando l’intromissione statunitense a una ipotetica discussione da parte della Russia in Consiglio di sicurezza sulla situazione dei gilet gialli in Francia. “Non si può interferire nelle questioni interne di un Paese e non si possono imporre soluzioni”, afferma la Russia.

Parla di colpo di Stato lo stesso presidente venezuelano Maduro, che tramote twitter assicura che il Governo non si fermerà fino a quando non avrà sconfitto il golpe con cui si pretende di interferire nella vita politica del Venezuela, instaurando un governo fantoccio dell’impero statunitense.

Intanto Guaidò, il presidente del Parlamento venezuelano autoproclamatosi. ha ringraziato i leader dei tre Paesi europei per il loro impegno nei confronti del popolo venezuelano nella lotta per una nazione libera e democratica”. 

L’Italia al momento non ha ancora preso una posizione in merito. 

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