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Verso il referendum, a picco Borsa Milano. Financial Times: “con il no a rischio 8 banche”

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Image #: 15000731 (110810) --FRANKFURT, Aug. 10, 2011 (Xinhua) -- Traders work at the Frankfurt Stock Exchange in Frankfurt, Germany, on Aug. 10, 2011. The benchmark DAX index of the Frankfurt Stock Exchange plummeted 303.66 points, or 5.13 percent to 5,613.42. (Xinhua/Ma Ning) XINHUA /LANDOV - ECONOMIA - BORSA TEDESCA PERDE 4 PUNTI - fotografo: PHOTOMASI

Apertura debole dei listini europei nella settimana decisiva in vista del referendum costituzionale  italiano:  Londra segna un calo dello 0,9%, come  Parigi, mentre  Francoforte arretra dell’1%. La peggiore è però  Milano, che lascia sul parterre l’1,8% sotto il peso delle banche. Monte dei Paschi resta osservata speciale di Piazza Affari: la Consob ha dato  il via libera al riacquisto dei bond subordinati, con la conversione in azioni, e  il titolo  è il più venduto del listino principale. Dopo una breve fase di contrattazione il titolo, più volte sospeso, è entrato in asta di volatilità dopo aver registrato un calo del 7,3%, a 18,55 euro, prezzo che riflette il raggruppamento delle azioni nel rapporto di uno a cento che prende il via oggi. Il titolo è crollato anche del  12,2%.

Segno ampiamente negativo anche per altri big del settore come Unicredit e Banco Popolare.

Intanto anche il Financial Times punta il dito contro la debolezza delle banche italiane, nell’ipotesi di una vittoria del “no” e di una crisi di governo. Se il prossimo 4 dicembre “il premier Matteo Renzi perderà il referendum costituzionale fino a 8 banche italiane, quelle con più problemi, rischiano di fallire”, scrive il quotidiano britannico, secondo il quale, citando funzionari e banchieri di alto livello, l’eventuale vittoria del No tratterrebbe “gli investitori dal ricapitalizzare” gli istituti in difficoltà.

Secondo il Financial Times gli otto istituti a rischio sono Monte dei Paschi di Siena, la Popolare di Vicenza, Carige, Banca Etruria,  CariChieti, Banca delle Marche e CariFerrara.

E’ Intervenuta direttamente nel dibattito politico tricolore con  un sostegno aperto alla riforma costituzionale anche l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).

“La riforma costituzionale, oggetto di referendum a dicembre, sarà un passo in avanti e rafforzerà la governance politica ed economica dell’Italia” afferma l’Ocse, secondo cui il governo italiano sta compiendo “progressi sulle riforme strutturali, incluso nelle politiche sul mercato del lavoro, nella P.A. e nel sistema scolastico”. Per l’organizzazione, inoltre, il Pil del Paese crescerà dello 0,8% nel 2016, dello 0,9% nel 2017, dell’1% nel 2018.

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