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25 aprile, Mattarella e Conte onorano la festa della Liberazione

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto stamane all’Altare della Patria dove ha reso omaggio al Milite ignoto in occasione del 74esimo anniversario della Festa della Liberazione dal nazifascismo. Assieme al Capo dello Stato anche il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta e le più alte cariche dello Stato. Dopo aver deposto una corona di fiori accanto al sacello del Milite Ignoto, il Capo dello Stato ha ascoltato l’Inno nazionale intonato dalla banda delle Forze armate ed ha reso omaggio alla bandiera. Il Presidente della Repubblica si è recato a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, città decorata della Medaglia d’Oro al Valor Militare per rendere omaggio al Monumento ai Caduti. Quindi interverrà alla cerimonia celebrativa al teatro Lorenzo Da Ponte. 

Ieri, Mattarella ha voluto ricordare come questo giorno “Fu davvero un secondo Risorgimento di un Paese materialmente distrutto dalla guerra e gettato nello scompiglio dal regime fascista nemico e da quello monarchico” ha detto il Capo dello Stato.

Anche il premier, Giuseppe Conte, era presente stamane a piazza Venezia, poi si è diretto al sacrario delle Fosse Ardeatine deponendo una corona di fiori in omaggio alle vittime della strage nazista. 
Non sono mancate le polemiche all’interno del governo e non solo: il leader del Carroccio Matteo Salvini prima della cerimonia aveva reso noto di andare a una iniziativa contro la mafia in Sicilia invece che alle celebrazioni di una “festa dei comunisti”. Infatti il vicepremier Salvini è a Corleone (Palermo) per inaugurare un commissariato e dice: “Mi piacerebbe che quella di oggi fosse una giornata di unione e rispetto”, chiarendo che “la lotta a camorra, ‘ndrangheta e mafia è la nostra ragione di vita”. Ma l’Anpi attacca: “Oggi manifestare per qualcosa d’altro è illegittimo, significa non voler celebrare la Resistenza”.

Immediata la risposta del  leader pentastellato Luigi Di Maio, secondo il quale si è discusso di una festa, come se il Paese non avesse altri problemi a cui pensare: “Io oggi ricordo il 25 aprile perché è un dovere istituzionale, oltre che storico. Perché è un valore. E tutti questi problemi sulla festa rossa o sulla festa di sinistra non me li faccio”. 

Sulla questione è intervenuto anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, secondo il quale “la festa della Liberazione è una giornata che deve unire, avvicinarci, farci sentire tutti parte di un percorso comune. Lasciamo stare quindi le polemiche strumentali, gli utilizzi parziali e ipocriti. Chi usa la nostra Liberazione per cercare qualche voto in più da ambienti nostalgici o da nuovi militanti di destre in costruzione – aggiunge – ha la memoria corta, la vista offuscata da strategie di corto respiro e poco futuro”.

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