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Di Battista e firme false M5S: non facciamo sconti

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Si allarga l’indagine sulle firme false dei 5 stelle a Palermo. Non solo firme ricopiate infatti, poiché nella lista incriminata per le Comunali 2012 sarebbero state inserite anche firme rubate. Alcuni nominativi, con le date di nascita e i documenti d’identità, provenivano dagli elenchi di chi firmò ai banchetti per il referendum che aveva come argomento la privatizzazione dell’acqua e non per la costituzione delle liste per le successive elezioni amministrative.

Intanto l’inchiesta della procura si è già arricchita di nuove indicazioni importanti.

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Dopo la deputata La Rocca,  anche altri due attivisti del Movimento hanno raccontato ai magistrati cosa accadde. Ieri si è autosospeso il deputato regionale Giorgio Ciaccio, mentre i due parlamentari nazionali indagati, Riccardo Nuti e Claudia Mannino, restano in sella: “Prima l’avviso di garanzia”.

Gli attacchi del Pd sulla vicenda non si sono fatti attendere:

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La firmopoli siciliana si allarga di giorno in giorno e fa emergere contorni di una gravità sempre più evidente. Ma i vertici del Movimento 5 stelle continuano a sminuire” il caso, afferma il senatore del Partito democratico Francesco Scalia. “In tanti anni non avevo mai visto copiare e clonare firme di cittadini ignari. #m5s inaccettabile. #firmefalse” ha scritto invece Franco Mirabelli su Twitter.  Ma i pentastellati non si sottraggono con Alessandro Di Battista che assicura: “Non facciamo sconti a nessuno, valutiamo chi sono gli indagati e chiederemo loro di auto sospendersi”.

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