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Gentiloni incassa la fiducia in Senato

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Incassata la fiducia alla Camera con 368 sì, il governo Gentiloni ottiene il via libera anche al Senato: 169 i voti a favore, 99 i contrari, nessun astenuto. Se i 18 senatori di Ala di Verdini, esclusi da incarichi ministeriali, hanno voltato le spalle al nuovo premier, il governo Gentiloni guadagna invece i due sì non previsti dei senatori ex Sel Dario Stefàno e Luciano Uras.

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Al voto per dire però NO alla fiducia anche il M5S, mentre la Lega ha abbandonato l’aula.

“Quello appena insediato non è un governo di inizio legislatura, ma innanzitutto deve completare la eccezionale opera di riforma, innovazione, modernizzazione di questi ultimi anni”, ha detto il premier nella sua replica a Palazzo Madama. “Sarebbe assurdo pensare di completare le riforme avviate senza continuità”, ha aggiunto.

E dopo il voto al Senato con l’approvazione della fiducia, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ricevuto le telefonate di tre importanti capi di Stato.

A chiamare il nuovo premier sono stati il presidente francese Francois Hollande, il primo ministro britannico Tehresa May e il premier canadese Justin Trudeau. Intanto primo banco di prova del nuovo governo sul palcoscenico internazionale, proprio domani a Bruxelles con il Consiglio Europeo tra i 28 capi di stato e di governo. Il premier italiano incaricato, ha fatto sapere che  su alcuni punti non ci saranno passi indietro, in particolare su austerity e immigrazione ed ha sottolineato che “La linea tracciata da Renzi sarà quella da perseguire”. In giornata  il Presidente della Commissione europea Juncker  ha fatto sapere che il nostro Paese non verrà lasciato solo nella crisi migratoria e che i costi relativi, non rientreranno nel Patto di Stabilità. 

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