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Siria: iniziata l’evacuazione ad Aleppo

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In Siria le bombe si placano, ma è solo per poche ore, il tempo di far evacuare i civile dalle zone dei combattimenti. I primi feriti sono stati trasferiti dalla parte di Aleppo est in mano agli insorti verso la parte occidentale controllata dal governo. Secondo la televisione panaraba Al Jazeera, un primo convoglio di ambulanze partito dall’area controllata dai ribelli ha raggiunto i posti di blocco governativi. Seguirà l’evacuazione dei civili che vogliono partire. L’operazione dovrebbe durare due o tre giorni.

A man pushes a woman on a cart as they flee deeper with others into the remaining rebel-held areas of Aleppo, Syria December 13, 2016. REUTERS/Abdalrhman Ismail
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Ma un convoglio in uscita dalla città è stato raggiunto da alcuni spari e ci sarebbero almeno 4 vittime e 4 feriti. 

Il ministro della Difesa russo ha fatto inoltre sapere che, su ordine di Putin, si sta preparando anche l’evacuazione dei miliziani e delle loro famiglie dai quartieri orientali di Aleppo, grazie a 20 autobus e dieci ambulanze che attraverseranno un corridoio dedicato in direzione di Idlib. La Difesa russa sostiene che “le autorità siriane garantiscono la sicurezza di tutti i membri dei gruppi armati che hanno deciso di lasciare i quartieri orientali di Aleppo” e che il Centro russo per la riconciliazione delle parti belligeranti sta monitorando la situazione con videocamere e droni.

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Per la Turchia, che si è detta pronta ad accogliere i civili in fuga, ci sarebbero 50mila persone pronte a lasciare Aleppo.

Per quanto riguarda le forze ribelli, le stime parlano di non più di 4mila uomini: il precedente accordo russo-turco prevedeva che fosse loro garantito il passaggio verso altri territori controllati dagli insorti. Intanto Turchia, Russia e Iran si riuniranno il prossimo 27 dicembre a Mosca per cercare una via d’uscita politica ai cinque anni di guerra civile in Siria. “Ci sforzeremo di assicurare un cessate il fuoco in tutto il Paese e di aprire negoziati per una soluzione politica”, ha spiegato infatti il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu.

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