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Alberto Pizzo: un talento partenopeo nel mondo – L’intervista

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Alberto Pizzo, compositore e pianista napoletano, in pochi anni è riuscito a farsi notare dalle più importanti realtà musicali del mondo e nella primavera del 2013 realizza tra Roma, Londra e New York l’album “ON THE WAY” registrato poi ai Bunker Studio’s di Brooklyn con la collaborazione di artisti di fama internazionale: Renzo Arbore, Toquinho, David Knopfler, Mino Cinelu e Fabrizio Sotti. L’artista reduce dal successo all’estero, dove si è esibito come unico artista italiano al “Blue Note Jazz Festival” di New York e in Giappone ad Okayama e Tokyo, di recente ha presentato i brani del suo ultimo album a Ravenna in occasione del MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti e noi di ART-News lo abbiamo intervistato.

Come è nato il  progetto “ON THE WAY”?

“ON THE WAY” è il frutto di un percorso abbastanza lungo fatto attraverso la musica e il mio modo di concepire il pianoforte. Ho cercato di mettere assieme  elementi che non è facile inquadrare in un solo stile, elementi soprattutto della musica classica, jazz fusion ma anche pop per realizzare appunto un progetto che ruotasse attorno al mio personale modo di fare pianoforte, senza doverlo necessariamente etichettare, è stato un pò come una sorta di abbattimento di barriere.

Il titolo “ON THE WAY” quale messaggio vuole trasmettere?

Diciamo che dopo anni di sacrifici e di lunga gavetta  “ON THE WAY” mi ha regalato quasi la consapevolezza che finalmente era arrivato il momento giusto per farsi notare. Questo titolo indica proprio la sensazione che ho avuto di aver intrapreso la strada giusta.

L’album conta importanti collaborazioni, una su tutte  è sicuramente quella con David Knopfler, raccontaci il vostro incontro.

Questa collaborazione non è stata studiata a tavolino è nata così per caso, grazie soprattutto al mio manager Gianni Sergio che mi segue da circa tre anni  e che per un periodo ha seguito anche il tour italiano di Knopfler. Gianni gli ha semplicemente fatto ascoltare  un mio cd e ricordo solo che una mattina dello scorso Agosto mentre ero in spiaggia ho aperto la mail ed ho trovato messaggio dello stesso David Knopfler dove mi invitava ad Ottobre a Londra per collaborare assieme ad un progetto. E  da lì ovviamente mi sono ritrovato seduto sul primo volo per Londra.

Un napoletano a New York, sembra il titolo di un film  invece è la tua vita. Sei stato infatti l’unico artista italiano ad esibirti tra gli oltre 150 in cartellone al “Blue Note Jazz Festival” di New York. Come ci si sente?

Quest’esperienza ha significato molto per me, non solo per l ‘opportunità che essa stessa ha rappresentato per la mia carriera  ma anche per l’occasione che ho avuto nello scoprire una parte di un mondo che non era come immaginavo. Mi riferisco  in particolare all’umiltà e alla semplicità, che ho potuto constatare di persona, di questi personaggi che sembrano distanti da noi anni luce, questo soprattutto per via  dei media e di tutto quello che arriva attraverso la tv oppure il cinema. Averli incontrati dal vivo mi ha mostrato la loro semplicità che ho trovato davvero disarmante., è stato facile  integrarmi e sono stato rispettato musicalmente.

Ti sei esibito a New York e  in Giappone, in Italia al Ravello Festival ed anche al MEI (il Meeting delle Etichette Indipendenti). Possiamo dire che il  2014 è stato un anno per te ricco di soddisfazioni dal punto di vista professionale?

L’anno non è ancora terminato ed essendo abbastanza scaramantico, da buon napoletano, al momento posso solo confermare quanto hai appena detto e mi auguro che prima che il 2014  finisca arrivi ancora altro di buono per me.

Ti piacerebbe comporre per il cinema? 

E’ una cosa a cui ho pensato molto soprattutto dopo la visione del film “Midnight in Paris” di  Woody Allen. Sono stato ispirato abbastanza da quel film e dal suo romanticismo fiabesco tanto che il brano “Paris2011” è nato  proprio dopo la visione di questa pellicola. Semmai  un giorno il regista volesse fare un sequel del film, mi candiderò volentieri per occuparmi della colonna sonora.

Esiste un momento ideale per comporre?

Un momento assoluto per tutti no, ma il mio ideale è sicuramente quello dove riesco a sentire la sensazione che sta nascendo qualcosa, e questo mi capita soprattutto durante i miei viaggi. Quando riscopro luoghi, persone e culture diverse, lì la mia fantasia si mette in moto molto più velocemente.Lo stesso accade anche quando mi trovo a vivere momenti particolari, siano essi malinconici, euforici oppure passionali.

L’aspetto che più ti piace del tuo lavoro?

Da piccolo abbinavo il fatto di diventare musicista al poter viaggiare e scoprire luoghi lontani da me.  L’ euforia mi arrivava  soprattutto quando pensavo che un giorno grazie alla musica mi sarei concesso il lusso di  poter viaggiare. Ecco questa è la parte che forse preferisco di più.

Come e quando hai iniziato a comporre musica?

Ho iniziato quando avevo circa 3 anni e mezzo,  la musica  è arrivata nella mia vita in maniera naturale, si può dire che paradossalmente ho  imparato prima l’arte del solfeggio e poi l’alfabeto. A sette anni  mi sono fatto regalare il mio primo pianoforte a muro e poi successivamente quello a coda.

Che rapporto hai con lo  studio di registrazione e con il pubblico?

Nello studio di registrazione si sente molto la responsabilità del brano,  arriva un pò la consapevolezza del “non si torna indietro”.  Quando sto per incidere un brano il tasto “rec” mi mette sempre un pò in difficoltà, sarà per via del fatto che so bene che sto andando ad incidere un qualcosa che potrebbe poi, rimanere tale per sempre.Insomma la fase di registrazione  rispetto ai  “live”  è paragonabile ad un esame, mentre invece durante le esibizioni in pubblico c’è sicuramente un senso di libertà maggiore. C’è più adrenalina in circolo, mi lascio molto trascinare  da  quello che sento al momento, dalla gente, e tendo comunque a non eseguire mai alla stessa maniera i mie brani.

Il segreto del tuo successo?

Premetto che ho bisogno di sentirmi sempre in continua evoluzione, in un costante work in progress e che non amo pensare al successo. Forse la mia formula vincente è stata proprio quella di “non guardarmi allo specchio”.  Il successo per me deve essere sempre un qualcosa da prendere , da sfiorare, ma da tenere ad un palmo di mano senza ma afferrarlo, perchè è proprio nel momento in cui senti di averlo in pugno che potresti perderlo.

Progetti in corso?

 Dal 5 novembre sarò impegnato in teatro con Serena Autieri dove sarò  responsabile musicale  e pianista dello spettacolo ” La sciantosa”, a fine novembre invece il mio album sarà distribuito in Giappone e molto presto tornerò lì per dei “live” ed infine c’è un progetto discografico in corso molto importante,ma per lo stesso motivo di cui ti dicevo prima ossia la scaramanzia,preferisco non parlarne ancora  finchè non sarà il tutto ufficializzato.

www.albertopizzo.com

Carmen De Sio

c.desio@art-news.it

Twitter:CARMENDESIO

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