ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

Alessandro a Giulia uccisa da giorni: “finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico”

3 min read

Il 30enne Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano, la compagna incinta di sette mesi, quattro giorni prima del delitto – il 31 maggio – scriveva alla ragazza un messaggio: “Ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così. Mia mamma piange, mio fratello e Luciano pure, ti prego. Siamo al 4 giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico”. Si ipotizza che il barman intendeva così precostituirsi un alibi e far credere che Giulia si fosse allontanata da casa. Il testo dell’sms è agli atti dell’indagine per cui ora l’uomo è in carcere.

Due giorni prima del delitto, Alessandro Impagnatiello scrive così a Giulia Tramontano, pronta a lasciarlo perché sospettava che l’uomo continuasse a mentirle e a tradirla: “Ma veramente prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati ? Ma che madre sei!!! Ma te lo chiedi? Ma ti sembra normale parlare così con un bambino in pancia? Dimmelo!”. La risposta scritta da Giulia: “Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso. Non voglio altre discussioni, frustrazioni, ansie e rabbia continua, lasciami stare”. Questi messaggi WhatsApp agli atti dell’indagine risalgono al 25 maggio scorso e si evince che la loro storia fosse al capolinea.

Il 27 maggio, dopo il primo confronto con l’altra donna nella vita di Imagnatiello, Giulia scrive al compagno: “Sei vergognoso Alessandro, non esiste persona peggiore di te. Saluta Thiago, lo vedrai nel binocolo. Fai meglio a finire sta falsa. Il labello (cioè un rossetto che aveva trovato in macchina e che supponeva fosse la prova dell’ennesimo tradimento, ndr) era di A., vergognati. Il 20 maggio eri a spassartela, sei un cane”. Poi, le due donne chiedono a Impagnatiello un incontro insieme ma lui lo rifiuta: “Non creiamo casini sul posto di lavoro che non serve a nulla”. “Sono per strada”. “Giuliet io sto già uscendo, per favore parliamone noi prima e torno a casa”. Ma la ragazza decide di incontrare prima l’altra donna, così dopo aver scoperto tutto sulla sua doppia vita torna a scrivergli: “Sono curiosa di sapere cosa ti inventerai ora. Gran pezzo di m., quella è casa mia e tu non devi farci entrare nessuno hai capito? Quanto fai schifo alla razza umana. Hai fallito nella vita, 2 figli con 2 madri diverse, che tu possa affogare nella merda che ti crei da solo. Sto tornando a casa, fatti trovare”.

Dal giorno dopo aver ucciso la sua compagna, Impagnatiello inizia a mandarle su Whatsapp una serie di messaggi inventati per depistare le indagini: “Baby dove sei!, ci stiamo preoccupando tutti”; “Prima in casa continuavo a guardare la nostra foto di Ibiza. So che non sono stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi. Ti ho mancato di rispetto. A te che sei stata la prima e unica ragazza ad avere accolto mio figlio (nato dalla precedente relazione, ndr)”; “Mi hai fatto esplodere il cuore, non volevo spezzare il tuo. Voglio chiederti solo un favore, dicci solo che stai bene, che sei fuggita in qualche paese lontano per buttare giù tutto”. Il messaggio in cui le chiede di “battere un colpo” risale a poche ore prima di essere arrestato, quattro giorni dopo il delitto.

Autore