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Autonomia del Coni: si dal Cdm. L’Italia evita una “figuraccia” globale

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Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge sull’autonomia del Coni. Una decisione necessaria per evitare che il Cio sanzionasse l’Italia. Il provvedimento, ultimo atto del governo prima delle dimissioni, arriva alla vigilia della scadenza del 27 gennaio, data in cui il Comitato olimpico si sarebbe espresso sulla questione.

Il passaggio era stato rimandato per circa due anni, ma ‘l’urgenza’ era nell’aria, per evitare quella che in molti hanno definito una “figuraccia” internazionale. In mancanza di una soluzione all’impasse, c’era infatti il rischio che l’Italia si presentasse alle prossime Olimpiadi senza tricolore e inno di Mameli.

La vicenda nasce con la famosa riforma dello sport, avviata dal governo gialloverde e conclusa da quello giallorosso. Il punto critico riguarda il personale e i beni del Coni, in passato affidati alla sua azienda Coni Servizi. Quest’ultima è stata successivamente trasformata nella società Sport e Salute su volontà dell’ex sottosegretario Giancarlo Giorgetti e dipende dal governo. Dopo estenuanti tira e molla, la riforma è stata approvata, ma come al solito, in maniera incompleta. la riforma da l’ok a lavoro sportivo, professionismo femminile, stadi, sicurezza sulla neve, ma non al “decreto n. 1”, ovvero quello sulla governance.

Pd e Italia Viva hanno sempre avuto la convinzione che si dovesse restituire tutto al Coni. Il M5s metteva come condizione almeno il riconoscimento di una incompatibilità che costringesse Giovanni Malagò a scegliere fra il suo terzo mandato al Foro Italico e la presidenza delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Il tutto senza esito e il tutto ancora una volta in balia dei giochi di poltrona. Insomma, una situazione delicatissima , anche in ottica di Milano-Cortina 2026, perchè l’Italia rischiava anche la sospensione dei finanziamenti del Cio.

Ottimista alla vigilia, il presidente del Coni Giovanni Malagò: “Il Cio non chiede nulla di più e nulla di diverso da quello che il governo italiano si è impegnato a sistemare ma, per colpa della politica, in 25 mesi ciò non è stato risolto”. Tuttavia ha ribadito Malagò “Siamo in una situazione probabilmente drammatica, anche se ancora teoricamente. Fino al 27 gennaio, giorno in cui si riunisce il comitato esecutivo del Cio, abbiamo tempo, ma serve un provvedimento tampone da parte del Governo che fermi la delibera”.

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