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Balotelli prova a ripartire dal Brescia: contratto di un anno e rinnovo in caso di salvezza delle “Rondinelle”

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In certi casi, e soprattutto quando si parla di Mario Balotelli, le domande sono sempre le stesse. “Sarà la volta buona?”, “Balo ha finalmente messo la testa a posto?”. Risposta: no, impossibile. Primo perché quando uno nasce quadrato non muore tondo; secondo perché a 29 anni suonati difficilmente si cambia in meglio; terzo perché ha gettato alle ortiche tutte le chances avute fino a oggi. Insomma, le “balotellate” non finiranno. L’ultima peraltro è recente: a inizio luglio Balo pagò per scommessa 2.000 euro a un folle di Napoli che accettò di tuffarsi in mare col motorino. Quindi, non facciamoci illusioni, anche al Brescia Balotelli sarà quello di sempre: pigro, irritante e rissoso in campo, pazzoide nella vita privata. E tutto ciò fa grande rabbia, perché il ragazzo di colore nato a Palermo il 12 agosto del 1990, è l’ennesimo caso di talento sprecato. E la testimonianza sta proprio nel fatto che dopo aver vestito maglie importanti come quelle di Inter, Milan e Manchester City, Balotelli è costretto a ripartire dal Brescia: neopromossa che lotterà per salvarsi. Le cosiddette grandi ormai lo snobbano da tempo.

Dalla suggestiva ipotesi Flamengo alle “Rondinelle” lombarde. Balo ha detto no ai brasiliani di Rio de Janeiro, preferendo tornare a Brescia, città dove è cresciuto e dove fin da bambino si è distinto per le sue doti fisiche e tecniche. Contratto di un anno, stipendio base di 1,5 milioni di euro: il tutto condito da una serie di bonus legati anche al suo eventuale ritorno in Nazionale. Decisivo comunque l’apporto degli sponsor perché si tratta di cifre impossibili per un piccolo club come quello bresciano. Senza dimenticare la condizione più significativa: rinnovo automatico del contratto in caso di salvezza. L’evento ha comunque scatenato l’entusiasmo della tifoseria del Brescia: prevista infatti un’impennata degli abbonamenti rispetto ai 9.000 attuali. Entusiamo alle stelle anche per il patron delle “Rondinelle” Massimo Cellino, ex presidente del Cagliari: “Io e Balo, due leoni per la Leonessa”. Staremo a vedere se sarà realmente così.

L’esordio in campionato però è ancora lontano. Balotelli, che si è goduto qualche giorno di vacanza a Lignano Sabbiadoro, da martedì 20 agosto si allenerà con i suoi sunuovi compagni agli ordini di mister Eugenio Corini a Torbole, nel territorio della provincia autonoma di Trento. Ma, il debutto di Mario con la maglia del Brescia non è affatto imminente: l’attaccante deve scontare 4 giornate di squalifica pregresse (tanto per tornare a quanto scritto sopra sul personaggio) e, quindi, il grande giorno del ritorno in campo in Italia potrebbe essere il 25 settembre contro la Juventus campione d’Italia.

La presentazione di “Super Mario”. Balotelli è stato presentato in un hotel di Brescia accompagnato dal presidente Cellino. Quest’ultimo ha presentato l’attaccante dicendo: “Ho acquistato un calciatore, non un motivo per vendere più abbonamenti. Aiutateci a sottolineare i suoi pregi e non i difetti”. Mario peraltro è già vestito con la divisa del Brescia, come se fosse reduce dall’allenamento o pronto a entrare in campo. Poche domande da parte dei cronisti presenti e risposte laconiche di Balo, tipo: “Sembra che abbiate più voi paura di un mio fallimento di quanto ne abbia io. Non ho paura, zero. Sto bene, sono sereno. E poi sono a casa mia”.

Tifosi del Brescia in delirio. Una folla entusiasta lo ha atteso e osannato sotto la finestra di una stanza al primo piano dell’albergo e Balo aggiunge: “Sogno l’Europeo, è vero. Mi sono sentito con Mancini, ma perché mi ha fatto gli auguri di buon compleanno”. E poi sul razzismo: “Non è ancora iniziata la Serie A. Spero che non avvengano certi episodi del passato, ma non posso pensarci già adesso”. Infine, un pensiero per mamma Silvia: “Quando le ho detto che sarei potuto tornare a giocare a Brescia, si è messa a piangere. Le ho chiesto un parere, ma lei piangeva”. Ribadiamo un concetto, non crediamo per niente a una rinascita di Balotelli; anche se la speranza è sempre l’ultima a morire.

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