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Barcellona: tra gli obiettivi dei kamikaze anche la Sagrada Familia

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Continua la caccia al potenziale ultimo componente della cellula terroristica composta da 12 elementi e responsabile degli attentati in Catalogna. Sarebbe lui il presunto autista del furgone che giovedì pomeriggio ha falciato i passanti e uccidendo 14 persone (3 italiani) sulla Rambla di Barcellona, riuscendo poi a fuggire e far perdere le sue tracce. Si tratta del 22enne Younes Abouyaaqoub, che insieme alla cellula a lui legata, stavano lavorando per realizzare tre autobombe con esplosivo Tatp e mettere a segno attacchi multipli. Il piano era quello di far esplodere un’autobomba sulla Rambla, una a Cambrils e una terza a Vic.

Secondo le ultime notizie diffuse dai media spagnoli tra gli obiettivi c’era anche quello di distruggere la Sagrada Familia, il celeberrimo tempio di Antoni Gaudì simbolo di Barcellona.

In realtà, l’autentico responsabile del piano terroristico sarebbe morto, sepolto dalle macerie nell’esplosione della casa di Alcanar mercoledì scorso, un giorno prima degli attentati: l’imam Abdelbaki El Satty, 40 anni, intorno al quale nella cittadina di Ripoll si sarebbe radicalizzato il gruppo di giovani, tutti di origini marocchine, passato poi all’azione. La sua casa è stata perquisita nella notte. Si attende l’esame del dna per avere la conferma della sua morte nella deflagrazione.

 

Nonostante la strage, in Spagna l’allerta resta al livello 4, fissato già nel giugno del 2015, seppur con dispositivo rafforzato. Innalzarlo al livello 5, il più alto, avrebbe consentito al governo spagnolo di adottare misure straordinarie, come la mobilitazione delle forze armate e la dislocazione di cinquemila militari per la difesa di siti strategici possibili obiettivi dei terroristi, come stazioni, aeroporti o centrali elettriche.

Intanto il ministro dell’Interno catalano Joaquim Forn ha corretto le parole del ministro dell’Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido, secondo cui la cellula terroristica che ha colpito a Barcellona e a Cambrils è stata “smantellata”. “Non voglio contraddire il ministro Zoido ma questa è un’indagine condotta dai Mossos d’Esquadra” e ci sono vari canali di investigazione e lavori che non si danno per terminati, ha precisato Forn, citato dai media spagnoli e che ha accennato a 2 o 3 persone ancora ricercate.

Poco fa un canale della piattaforma Telegram legato all’Isis indica l’Italia come prossimo obiettivo. Lo riferisce il Site, il sito Usa diretto da Rita Katz di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web.

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