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Boccia: “azzerare il cuneo fiscale per i giovani. Vent’anni persi”

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Un patto di scopo per la crescita con l’obiettivo di uscire dalle criticità italiane e costruire una effettiva dimensione europea» al quale collaborino tutti: imprenditori, lavoratori e loro rappresentanti, politica, banche e istituzioni finanziari. È questo uno dei messaggi centrali che il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha lanciato dall’assemblea pubblica a Roma davanti a oltre 3mila imprenditori. Tra le proposte avanzate, anche quella di «azzerare il cuneo fiscale sull’assunzione dei giovani per i primi tre anni. Sapendo fin d’ora che dopo dovremo ridurlo per tutti».

“Noi vogliamo aumentare le retribuzioni – ha detto Boccia – con l’aumento della produttività. E questo è possibile solo con una moderna concezione delle relazioni industriali. La strada maestra è quella dei premi di produttività, da detassare in modo strutturale”.

Sulla stessa linea d’onda il ministro dello sviluppo Carlo Calenda riferendosi alla proposta del presidente di Confindustria: “Concordo con Enzo sulle finalità di un ‘patto per la Fabbrica’ che avvicini la contrattazione all’impresa. E siamo pronti a fare la nostra parte valutando un’ulteriore detassazione sui premi e sul salario di produttività”.  

“Abbiamo sempre detto e continuiamo a pensare che la soluzione non siano incentivi a pioggia, ma che sia necessario fare scelte mirate”, ha invece commentato la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, che sullo scambio salario-produttività, aggiunge: si continuano “a ripetere sempre le stesse ricette”.

Poi Boccia ha aperto una parentesi sulla legge elettorale: la “sfida del Paese” è “continuare lungo la strada delle riforme”: “Per vincerla servono governabilità e stabilità”, avverte Boccia, all’assemblea annuale di Confindustria. “Non abbiamo mai nascosto la nostra vocazione al maggioritario”, dice: “Assecondare la tentazione proporzionalista, che oggi vediamo riemergere in molte proposte per la legge elettorale, potrebbe rivelarsi fatale per l’Italia. Comincerebbe una nuova stagione di immobilismo in un quadro neo corporativo e neo consociativo”. Una “ripartenza c’è stata” ma “un ritmo lento”: saremo l’unico grande paese in area Euro nel 2017 con “un valore dell’attività più basso di 10 anni fa e, al ritmo dell’1%, non lo rivedremo prima del 2023.

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