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Brexit: dimissioni nel governo May dopo l’accordo con l’Ue

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Perde pezzi il governo di Theresa May. A poche ore dal raggiungimento dell’intesa con Bruxelles sulla Brexit arrivano una dietro l’altra una serie di dimissioni: ad andarsene sono il ministro per l’accordo con l’Ue, Dominic Raab, la sottosegretaria alla Brexit, Suella Bravermen, il ministro del Lavoro Esther McVey e il sottosegretario al dicastero dell’Irlanda del Nord, Shailesh Vara.

Il primo a dimettersi, in aperto disaccordo con l’accordo, è stata proprio Shailesh Vara, secondo cui la bozza del testo è destinata a lasciare il Regno Unito “a metà del guado” a tempo indeterminato, senza tra l’altro offrire garanzie definitive in merito alla possibilità che l’Irlanda del Nord non abbia alla fine relazioni con l’Ue più profonde rispetto al resto del Paese.

“Brexiteer” convinto e figura chiave nell’ultima fase dei negoziati, Raab ha invece dichiarato di non poter sostenere con la coscienza pulita i termini dell’accordo proposto con l’Ue. Nella sua lettera di dimissioni il ministro afferma di comprendere e rispettare i motivi per cui il governo ha deciso a maggioranza di dare il via libera al testo, ma di non poter accettare a livello personale un accordo che, a suo dire, nella soluzione proposta per l’Irlanda del Nord rappresenta “una minaccia reale all’integrità della Gran Bretagna”, né un meccanismo di “backstop indefinito”.

Il forfait di Raab rappresenta un duro colpo sia per il governo May sia per il contesto negoziale con l’Ue.

A rassegnare le dimissioni è stato anche il ministro del Lavoro Esther McVey, altra “Brexiteer” convinta, secondo cui l’accordo presentato non onora il risultato del referendum e contiene troppe concessioni alla Unione europea, minacciando l’integrità del Regno Unito.

Dal canto suo tira dritto Theresa May, che nel suo intervento alla Camera dei Comuni ha spiegato che la Brexit si farà e che un nuovo referendum è escluso. La premier difende l’intesa raggiunta con l’Ue come una scelta fatta nell’interesse nazionale, che ha comportato scelte difficili, ma che garantirà l’uscita dall’Ue nei tempi previsti e che l’unica alternativa sarebbe “un no deal” o “nessuna Brexit”. La May ha anche espresso rispetto per le decisioni di chi s’è dimesso, affermando di non condividerle.

Il leader laburista Jeremy Corbyn denuncia la bozza d’intesa sulla Brexit proposta da May come “un enorme e dannoso fallimento”, mentre Nigel Farage, l’eurodeputato fondatore dell’Ukip e tra i principali fautori della Brexit, esulta per le dimissioni del ministro britannico Dominic Raab e continua a spingere per le dimissioni anche della Premier May.

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