Bruxelles: Italia cresce di più se continua riforme
2 min readBruxelles – “Dando piena attuazione alle misure già adottate e completando le principali riforme in cantiere, l’Italia potrebbe rilanciare il suo potenziale di crescita che ristagna a causa della debole produttività”. Cosi si legge nel documento della Commissione europea sulle condizioni economiche degli Stati membri: il rapporto di primavera del I Semestre UE 2018 inviato, questa settimana, dall’Esecutivo di Bruxelles al Parlamento europeo, al Consiglio, alla BCE e all’Eurogruppo.
Una produttività che continua ad essere debole a causa del basso livello di investimenti nei settori dell’istruzione e delle attività immateriali. Oltre ad una spesa pubblica sbilanciata verso le pensioni di vecchiaia che costituisce – per Bruxelles – “un ulteriore freno alla produttività”.
Per i tecnici europei l’Italia ha compiuto notevoli progressi nella lotta all’evasione fiscale e alla corruzione. “Si osservano alcuni progressi nell’ambito della riforma della pubblica amministrazione, delle restrizioni alla concorrenza, del risanamento del sistema bancario e della razionalizzazione della spesa sociale. Il Paese ha compiuto invece solo progressi limitati per quanto riguarda il trasferimento del carico fiscale, la riduzione della durata del processo civile e la riforma della disciplina dell’insolvenza. Permangono lacune anche nella riforma delle politiche attive del lavoro e nel miglioramento dell’accesso al lavoro per le donne”, scrive ancora la Commissione.
Grazie alla politica monetaria accomodante della Banca centrale europea e a una domanda esterna vigorosa, la crescita del PIL reale dell’Italia dovrebbe attestarsi all’1,5% sia nel 2017 che nel 2018, e si prevede che rallenti all’1,2% nel 2019.
La situazione del mercato del lavoro continua a migliorare. “Il numero degli occupati (15-74 anni) è aumentato dell’1,0% nel 2017, arrivando a oltre 23 milioni di persone, ossia ai livelli pre-crisi 2008. L’occupazione è destinata a crescere ulteriormente nel 2018-2019, sia pure a un ritmo più lento dell’0,8%”, aggiunge Bruxelles nel documento.
Le principali preoccupazioni restano sempre il debito pubblico e la disoccupazione giovanile. L’elevato debito pubblico dell’Italia è “un grave fattore di vulnerabilità”. Si prevede che il rapporto debito pubblico/PIL si stabilizzi attorno al 130% del PIL nel periodo 2017-2019.
La disoccupazione giovanile comporta rischi per la coesione sociale e la crescita. “Pur registrando un calo, è tra le più elevate dell’UE. Al tempo stesso, l’alto livello di disoccupazione giovanile può ostacolare l’acquisizione di competenze da parte dei giovani e la loro futura occupabilità”, conclude la Commissione.