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Calvario Schwazer: respinto il ricorso al Tribunale federale svizzero. Niente Olimpiade di Tokyo per il marciatore azzurro

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Calvario infinito per Alex Schwazer: niente Olimpiade di Tokyo 2020 per il 36enne marciatore azzurro nato a Vipiteno in provincia di Bolzano. Nuova batosta per l’atleta altoatesino: il Tribunale federale svizzero infatti ha deciso di chiudere definitivamente il suo caso. Cosa è successo? Di fatto, è arrivato un no secco alla richiesta di riapertura del processo sportivo e, di conseguenza, la sospensiva della squalifica di 8 anni comminata dal Tribunale arbitrale dello sport a Schwazer nell’agosto del 2016 durante le Olimpiadi di Rio de Janeiro.

Le tappe precedenti di una vera e propria telenovela. Alex Schwazer recentemente è stato scagionato dalle accuse di doping dall’ordinanza del gip di Bolzano. Lo stesso giudice ha evidenziato nell’ordinanza, presunte scorrettezze commesse dalla Federazione mondiale e dalla Wada, l’Agenzia mondiale antidoping. A quel punto, il marciatore italiano si è rivolto alla giustizia svizzera per una totale riabilitazione e il ritorno alle competizioni ufficiali.

La doccia fredda per Schwazer. Nel Decreto della I Corte di diritto civile infatti si legge: “L’istanza di conferimento dell’effetto sospensivo e di adozione di altre misure cautelari nella domanda di revisione è respinta”. Pertanto, non ci sarà sospensione della squalifica e Alex Schwazer non potrà partecipare all’imminente XXXII Olimpiade in programma in Giappone dal 23 luglio all’8 agosto prossimi.

Una sentenza arrivata dopo i pareri negativi espressi da World Athletics, Wada e Tas. In teoria adesso l’atleta azzurro potrebbe tentare un’ultima carta: rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ma i tempi più lunghi non gli consentirebbero di prendere parte ai prossimi Giochi Olimpici. Altro punto importante: il Tribunale federale deve ancora decidere il merito della causa e si prevedono comunque tempi lunghi. E il calvario di Alex Schwazer continua.

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