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Cambiamento climatico, Onu: “Codice rosso per l’umanità”

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Mette i brividi il sesto rapporto dell’International Panel on Climate Change diffuso oggi: “Tutti i più importanti indicatori delle componenti del sistema climatico stanno cambiando ad una velocità mai osservata negli ultimi secoli e millenni. Mai così veloce l’innalzamento del livello del mare; mai così elevata la concentrazione dei principali gas serra e nel corso degli ultimi 50 anni la temperatura del nostro Pianeta è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni. E la colpa, ormai è accertato, è dell’uomo”.

Sono solo alcune delle indicazioni contenute nella prima delle tre parti del sesto rapporto dell’Ipcc, il gruppo di scienziati esperti in cambiamento climatico, approvato dai 195 governi dell’Onu, tra i quali tre ricercatori italiani dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche.

Le emissioni antropiche hanno raggiunto nel 2019 concentrazioni di 410 parti per milione per la co2 e 1.866 parti per miliardo per il metano. La temperatura media globale del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1,09 gradi centigradi superiore a quella del periodo 1850-1900 con un riscaldamento più accentuato sulle terre emerse rispetto all’oceano. Nei prossimi decenni, sottolineano gli scienziati, un aumento dei cambiamenti climatici è atteso in tutte le regioni e nelle città, soprattutto quelle costiere, alcuni aspetti dei cambiamenti climatici possono risultare amplificati.

Gli eventi estremi riferiti al livello del mare che prima si verificavano una volta ogni 100 anni, entro la fine di questo secolo potrebbero verificarsi ogni anno. Mediamente la temperatura globale nei prossimi 20 anni dovrebbe raggiungere o superare 1,5 gradi di riscaldamento. Si attende dunque un incremento del numero di ondate di calore, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi.

“Questo rapporto è un riscontro oggettivo – ha detto la copresidente del gruppo di lavoro i dell’Ipcc, Valèrie Masson-Delmotte – ora abbiamo un quadro molto più chiaro del clima passato, presente e futuro, che è essenziale per capire dove siamo diretti, cosa si può fare e come ci possiamo preparare”.

La riduzione delle emissioni di co2 porterà effetti positivi sulla qualità dell’aria, osservabili su una scala temporale di alcuni anni. Diversamente, gli effetti sulla temperatura del pianeta saranno visibili solo dopo molti decenni. Da qui l’estrema urgenza di interventi tempestivi e sostanziali per la riduzione delle emissioni clima-alteranti.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres lancia dunque l’allarme: “Il rapporto Onu sui cambiamenti climatici è un codice rosso per l’umanità. Se uniamo le nostre forze, possiamo evitare la catastrofe”. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, su Twitter scrive: “Non c’è più tempo per limitare il riscaldamento globale ed evitare cambiamenti disastrosi alla vita sul nostro pianeta, afferma il Rapporto sul clima dell’Ipcc. Ma possiamo farlo. L’Ue ha aperto la strada alla neutralità climatica 2050. E’ una sfida ma anche un’enorme opportunità per un mondo migliore, più giusto e più prospero”.

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