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Canto Antico: la musica fra passato, presente e futuro

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Un trio di musicisti sintonizzati su un unico battito:quello del “South Beat”.   ART-News vi porta nelle radici della musica popolare del Sud Italia e lo fa attraverso  i  Canto Antico un gruppo capace  di fondere nella propria musica passato, presente e futuro. Armando Illario (fisarmonica e voce)  Francesca Di Ieso (tamburi a cornice italiani e voce), e Francesco Nastasi (flauto, cornamusa e piffero) compongono il nucleo storico della band , attiva sul panorama musicale italiano ed internazionale da circa 14 anni  e che insieme hanno sposato un progetto assai ambizioso e rivoluzionario ossia quello di ” provare ad innestare le radici della musica popolare nel giardino metropolitano e cosmopolita di Milano, tramandando la secolare tradizione della tarantella e della tammurriata attraverso il linguaggio della contemporaneità”.

L’ 11 Ottobre 2014 è uscito il vostro ultimo lavoro discografico “South Beat”. Qual è il concept dell’album?

Possiamo definire South Beat un po’ come una sorta di racconto che parte dal basso delle vicende degli uomini e in questo nostro nuovo progetto discografico il concept sta nella scelta di ognuno di noi ad ottenere la libertà e questo lo si può fare in diversi modi. Modi che abbiamo cercato di esplorare rifacendoci al linguaggio della musica tradizionale del Sud Italia ossia attraverso le pizziche, la tammurriata e in generale alla grande famiglia della tarantella.

“South Beat”non  è solo il nome del vostro disco maè anche il terminecon il quale definite il vostro genere musicale.

Ebbene si, da un lato c’è stata la volontà di associare il nostro nome Canto Antico ad una novità nella musica folk e così inizialmente abbiamo pensato alla Pulsazione Sud che tradotto in inglese è appunto South Beat. Ma dall’altro lato c’è stata anche la voglia di spingersi un po’ oltre a quella che è la riproposizione della musica tradizionale oggi in Italia. Abbiamo cercato di esplorare delle sonorità un po’ più moderne e contemporanee che si aprissero anche ad un gusto più internazionale ma pur sempre mantenendo un carattere ed un’ identità fortemente italiana.

La storia dei Canto Antico è iniziata nel 2000. In quali circostanze?

La storia di questo gruppo è abbastanza lunga e nasce principalmente da un gruppo di emigrati che si sono ritrovati per motivi differenti a Milano ed hanno condiviso sin dall’inizio oltre alla comune passione per la cultura e per la musica dell’Italia del Sud, anche la voglia di riproporre quest’ultima in un contesto ,come quello della fine degli anni 90, in cui non era ancora presente. A Milano soprattutto in quegli anni non si sapeva ancora molto sulla pizzica e sullatammuriata, oggi invece è avvenuta una diffusione abbastanza capillare di tutto ciò

Cosa è cambiato in tutto questo tempo all’ interno del gruppo?

Negli anni abbiamo girato l’Europa, il centro America e Cuba siamo stati in tantissimi posti e all’ interno del gruppo si sono alternati anche vari collaboratori e amici musicisti, ma abbiamo sempre cercato di diffondere quello che era la cultura del Sud Italia. Poi nel tempo abbiamo sentito la necessità di dire la nostra, e cioè oltre alla voglia di riproporre la musica popolare è nata in noi la necessità di utilizzare un linguaggio, di cui ormai siamo padroni, per comunicare quelle che sono le nostre vicende personali e cioè di chi non vive più nella propria città di origine. In questo disco infatti è presente un linguaggio che si rifà alla musica tradizionale del Sud Italia ma nei contenuti è sicuramente più attuale.

 ll gruppo storico è formato dal trio, due napoletani e un milanese, similitudini e divergenze?

Le similitudini sono soprattutto nell’approccio culturale che abbiamo nei confronti della musica popolare in quanto si utilizza appunto lo stesso linguaggio. Le differenze invece forse stanno proprio nel background personale di riferimento e quindi anche le tematiche a cui siamo sensibili sono a volte differenti.

Armando viene da una formazione musicale classica.Com’è stato l’approccio alla musica popolare?

Gli anni di studio in conservatorio sono stati senza dubbio lunghi, impegnativi e duri ma altrettanto ricchi di emozioni e soddisfazioni, ma soprattutto mi hanno permesso di andare a fondo e di avere i mezzidi poter scegliere fra modalità espressive differenti. Quando infatti mi sono appassionato alla musica popolare non ho fatto altro che applicare questa modalità imparata appunto al conservatorio verso un genere differente.

I vostri testi sono tutti firmati da Francesca?

Per quanto riguarda l’aspetto creativo noi condividiamo tutto ed abbiamo un confronto quotidiano. Francesca un po’ per formazione e un po’ per indole è portata alla scrittura dei testi, quindi è lei che traduce in testi ciò che noi elaboriamo in musica, ma in sintesi quello dei Canto Antico è un  lavoro di squadra.

Dopo circa 14 anni di attività quali obiettivi sono stati raggiunti?

Quando abbiamo cominciato avevamo all’incirca 25 anni adesso siamo quasi dei quarantenni, ma oltre ad aver raggiunto un’età un po’ più adulta abbiamo sicuramente maturato un linguaggio che ci identifica molto. La nostra attività principale è suonare, ma negli anni abbiamo sviluppato anche la capacità di diffondere da tanti punti vista la cultura del Sud Italia. Oltre a suonare, organizziamo eventi,concerti, rassegne, corsi di strumento, di pizzica e tammurriata tutto sempre legato alla cultura del Sud del nostro paese.

 Attualmente la musica popolare sta riscuotendo un nuovo successo fra le nuove generazioni. Secondo voi perché?

Viviamo un momento difficile e le giovani generazioni sono alla ricerca di punti di riferimento indipendentemente dalla posizione geografica in cui si vive. Forse attualmente l’esigenza non è più quella di ritrovare le proprie origini ma di ritrovare una propria identità e la musica tradizionale questa identità la fornisce perché è già forte di sé stessa.

 Avete fatto un tour anche all’estero, cosa notate di diverso fra il pubblico italiano  e non?

All’estero abbiamo visto una particolare attenzione per la musica in generale, ricordiamo con piacere un tour che abbiamo fatto a cuba di 20 giorni dove quello che più ci ha colpito è stata la reazione del pubblico e dei musicisti cubani. Sono persone che hanno sete di imparare nuove culture e che chiedono molto  interagire. E poi ci viene in mente anche qualche anno fa quando vincemmo un concorso e fummo mandati come rappresentanti al Festival Interceltico di Lorient che si tiene ogni anno in Bretagna ed anche lì fummo accolti con molto entusiasmo nonostante non proponessimo musica celtica.

 I vostri prossimi progetti?

Suoneremo a Milano il 13 Dicembre in CHIGERA un circolo ARCI dove faremo un concerto con la voce tradizionale Biagio De Prisco ed avremmo il piacere di ospitare un’anziana cantrice Zì Lucia.

www.cantoantico.org – facebook.com/cantoanticoproject – twitter.com/cantoantico

Carmen De Sio

c.desio@art-news.it

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