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Caos in Tunisia, Italia ed Usa preoccupati, ma Saïed assicura: “le misure rispettano la Costituzione”

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La Tunisia sempre più nel caos. Il presidente tunisino Kaïs Saïed ha decretato un coprifuoco su tutto il territorio nazionale, dalle 19 alle 6, che durerà fino al 27 agosto. Il coprifuoco imposto dal presidente Saïed vieta gli spostamenti tra le città al di fuori dell’orario consentito: gli unici a essere esentati saranno i lavoratori notturni. Negli spazi pubblici saranno proibiti gli assembramenti di tre o più persone. Chiusa la sede tunisina dell’emittente televisiva araba Al Jazeera. Gli uffici delle amministrazioni centrali saranno fermi per due giorni così da dare modo all’apparato burocratico di organizzare il lavoro in modalità smart-working.

La decisione arriva dopo che il Capo dello Stato aveva annunciato il congelamento per 30 giorni dell’attività del Parlamento e il siluramento del premier e di due ministri. L’annuncio del coprifuoco è stato preceduto da quello che il Parlamento tunisino ha definito un vero e proprio “colpo di Stato”. Lo stesso Parlamento ha replicato definendo nulle e incostituzionali le decisioni di Saïed. Inoltre il presidente del Parlamento Rached Ghannouchi ha esortato i suoi alleati a “scendere in piazza per ripristinare la democrazia”. Nella mattinata di lunedì 26, alcuni manifestanti si sono ritrovati davanti ai cancelli del Parlamento per manifestare contro la manovra di Saïed.

L’Italia si è detta preoccupata “per la situazione e per le sue potenziali implicazioni”, rivolgendo “un appello alle istituzioni tunisine affinché venga garantito il rispetto della Costituzione e dello stato di diritto”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha raggiunto al telefono il capo della diplomazia Ue Joseph Borrell. Entrambi hanno ribadito “l’impegno condiviso per garantire stabilità nel Paese”. “Confidiamo che questa crisi possa risolversi nell’argine democratico degli strumenti a disposizione delle istituzioni e del popolo tunisino”, ha aggiunto Di Maio.

Anche l’Europa invita “tutte le parti in Tunisia a ristabilire l’ordine e tornare al dialogo” ha aggiunto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.

Sull’incandescente situazione tunisina è intervenuto anche il segretario di Stato americano Antony Blinken, il quale ha avuto una conversazione telefonica con il presidente tunisino Kaïs Saïed e ha chiesto il rispetto della democrazia. Blinken ha incoraggiato Saied a rispettare i “principi della democrazia e i diritti umani che sono alla base della governance in Tunisia”, afferma un portavoce del Dipartimento Usa.

Dal canto suo Saïed ribadisce che le misure eccezionali rispettano la Costituzione e che si sono rese necessarie, a causa della corruzione dilagante. “Lo Stato c’è, non si tratta di violare diritti e libertà”, ha ribadito il presidente tunisino, rassicurando il popolo al termine di una serie di incontri con i sindacati e la Lega tunisina dei diritti umani.

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