ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

Caro energia: il Cdm approva risorse per 6,2 miliardi di euro

2 min read

Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del premier Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco, la relazione al Parlamento che aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica sulla base di maggiori entrate pari a 6,2 miliardi di euro.

Il Governo presenterà la Relazione alle Camere per la relativa autorizzazione necessaria affinché l’Esecutivo possa utilizzare le risorse previste. Le maggiori entrate, come indicate dalla Relazione, rappresenteranno la componente principale del nuovo Decreto Aiuti che il Governo approverà, dopo il passaggio parlamentare, con l’obiettivo di contrastare gli effetti su famiglie e imprese del caro energia.

Nel corso del Cdm, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha rivolto l’invito ai ministri a preparare un ordinato passaggio di consegne volto a fornire al nuovo governo un quadro organico delle attività in corso, degli adempimenti e delle scadenze ravvicinate, con l’obiettivo di trasmettere tutte le informazioni utili al pronto esercizio delle proprie funzioni. A tal fine – informa Palazzo Chigi – i ministri coordineranno tale attività con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli.

Tra Palazzo Chigi e il Mef i tecnici lavorano senza tregua alla ricognizione delle risorse, perché è questo il vero nodo del provvedimento che arriverà in due round. Per ora la dote possibile resta fissata a 10 miliardi ma con il nuovo “tesoretto fiscale” dovrebbe salire fino a 13. Nessuno scostamento in deficit, precisano fonti di Palazzo Chigi: la revisione dei saldi di finanza pubblica si fa con le risorse esistenti.

Intanto, è caos al Senato sul dl aiuti bis: la maggioranza – con i partiti in piena campagna elettorale – non trova l’intesa sugli emendamenti e la seduta dell’Aula slitta alla prossima settimana. Un atteggiamento che irrita i piani alti del governo: “Così si rischia di bloccare gli aiuti a famiglie e imprese”. Restano da sciogliere i nodi del superbonus, dello smart working e del docente esperto. Saltata l’ipotesi del ritiro degli emendamenti per scongiurare la decadenza del provvedimento (vi si oppongono M5s e Ac), si proverà a concedere ai gruppi una o due proposte di modifica ciascuno.

Autore