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Cgia: “Senza chiusure a Natale previsti acquisti per 9 miliardi”.  Preoccupazione invece per le vacanze invernali

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La Cgia ha diffuso oggi i dati sul prelievo dell’Erario sulle tredicesime degli italiani. In merito agli acquisti natalizi molto dipenderà dall’andamento dell’epidemia e delle eventuali chiusure che il Governo potrebbe introdurre nelle prossime settimane per contrastare la pandemia. Tuttavia si stima che la spesa per i regali natalizi quest’anno dovrebbe tornare almeno alla stessa soglia registrata nel 2019, quando sfiorò i 9 miliardi di euro.

Tendenzialmente anche quest’anno i generi alimentari dovrebbero confermarsi la tipologia di regalo natalizio più diffusa: seguono i giocattoli, prodotti tecnologici, i libril’abbigliamento/scarpe e gli articoli per la cura della persona. Tra i prodotti che rischiano di non recuperare quanto perso rispetto al periodo precedente la pandemia spiccano ovviamente i biglietti per gli spettacoli, i concerti e i viaggi. I regali invece ‘digitali’ subiranno un ulteriore aumento, soprattutto gli abbonamenti alle piattaforme streaming e buoni regalo per acquistare online.

“Con meno acquisti, tuttavia, a pagare il conto sono stati soprattutto i negozi di vicinato, mentre gli outlet e la grande distribuzione organizzata sono riusciti ad ammortizzare il colpo. Speriamo che anche grazie alle tredicesime, in questo ultimo mese dell’anno si torni a spendere intelligentemente, ridando così fiato alla domanda interna che, seppur in crescita, rimane ancora debole” sottolinea la Cgia.

“Le tredicesime che quest’anno interesseranno 33,8 milioni di italiani: 16 milioni di pensionati e 17,8 milioni di lavoratori dipendenti. In complesso, i beneficiari incasseranno un ammontare lordo pari a 45,7 miliardi di euro. Se a questo importo si sottraggono  gli 11,8 miliardi di ritenute Irpef, che finiranno nelle casse dal fisco, agli italiani rimarranno 33,9 miliardi netti” rileva la Cgia.

Coldiretti esprime invece preoccupazione per le vacanze invernali e per le attività connesse al turismo in montagna. Con l’avanzare dei contagi, secondo l’associazione, sono a rischio le vacanze sulla neve di 3,8 milioni di italiani che prima della pandemia erano andati in vacanza in montagna nelle feste di fine anno.

In merito all’ipotesi di un Green pass rafforzato, Coldiretti sottolinea: “Si tratta di una decisione ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’attività dei rifugi alle malghe fino agli agriturismi già duramente colpiti dalle limitazioni di Natale e Capodanno dello scorso anno. Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento. La montagna è la destinazione privilegiata degli oltre 10 milioni di italiani in viaggio a Natale e Capodanno prima della pandemia  per una spesa complessiva di 4,1 miliardi di euro, 1/3 della quale destinata alla tavola. A pagare il prezzo più salato alle ripresa dei contagi – sottolineano dalla Coldiretti – rischiano di essere di nuovo le strutture impegnate nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir per effetto delle limitazioni che potrebbero scattare in caso di passaggio di colore dal giallo all’arancione nelle regioni più gettonate delle destinazioni turistiche invernali”.

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